domenica 30 gennaio 2011

MONFALCONE E LE "BOLLE" ELETTORALI

Qualche giorno fa, commentando la situazione di Monfalcone  che vede il Centro della città progressivamente abbandonato dai monfalconesi e sempre piu' appannaggio degli stranieri, l'attuale vice sindaco e  probabile prossimo sindaco  Silvia Altran ha  rilasciato dichiarazioni  sulla cui completa onestà intellettuale è lecito riflettere. Leggiamo da Il Piccolo " Silvia Altran rilancia: I monfalconesi devono tornare in centro»." Ma non è certo, sottolinea, per colpa del Comune se le attività economiche sono sempre più affidate agli stranieri" e poi " « I Comuni non hanno alcuna facoltà ad impedire che i proprietari dei negozi affittino a chi gli pare. Inoltre - aggiunge - le autorizzazioni ad esercitare il commercio non possono essere sottoposte a vincoli arbitrari. Il commercio è un settore, seppur regolato, che vive di iniziativa privata. Nessuna normativa, statale o regionale, autorizza i Comuni a scegliere a chi permettere di insediarsi, se non con alcune distinzioni riguardo la categoria merceologica. È il singolo commerciante a decidere dove aprire la sua attività, non si può quindi colpevolizzare i negozianti stranieri se decidono di occupare posti lasciati disponibili» ...
Birichina, birichina... Naturalmente nessuna di queste proposizioni potrebbe essere definita una bugia. Prese singolarmente sono tutte espressioni corrette. Peccato pero' che la vice sindaco  ometta di completare il ragionamento con alcune verità politicamente  per lei molto scomode. Infatti pone l'accento con molta enfasi sul fatto che il Comune non puo' impedire l'iniziativa privata degli stranieri, ma omette di parlare delle pesantissime responsabilità che la Amministrazione Comunale di cui fa parte ha avuto nel declino e nella agonia del commercio monfalconese. Parla del diritto degli immigrati a riempire i vuoti lasciati dai commercianti locali ma "dimentica"  di dire il motivo per il quale  questi vuoti si sono creati.


Il centro di Monfalcone durante i quasi dieci anni di gestione Pizzolitto, di cui la signora Altran ha sempre fatto parte con posizioni di rilevo,è stato oggetto  di profondi cambiamenti che hanno pesantemente influenzato la vita della città. Innanzitutto , anni di accantieramenti esasperati che hanno direttamente messo in ginocchio molte attività commerciali, diverse delle quali hanno chiuso in questa circostanza, stremati da mesi o anni di chiusura delle strade, ruspe davanti alle vetrine, viabilità disastrata che hanno disabituato molti clienti dal frequentare il centro. Poi i cambiamenti urbanistici, che hanno modificato la viabilità , diminuendo sia la possibilità di circolazione che i parcheggi in centro. Ed ancora i cambiamenti che hanno progressivamente dissuaso i potenziali clienti dal frequentare il Centro cittadino: lo scippo della Piazza che dopo il rifacimento , peraltro pessimo nella qualità e perlomeno discutibile nell'estetica , non è stata piu´ disponibile per il mercato, per i mercatini di San Nicolo, per le manifestazioni sportive decadendo di fatto dalla sua funzione aggregatrice.I cambiamenti imposti alle abitudini dei Monfalconesi, dallo svolgimento del Carnevale, cui la Piazza è stata preclusa al tradizionale giro dei Carri, allo svolgimento del mercato e dei marcatini sdi San Nicolo, sfrattati dalle sedi abituali, alla pedonalizzazione di alcuni tratti senza tenere conto delle esigenze di spostamento dei cittadini. Lo svilimento della manifestazioni tradizionali, con i tagli di fondi alla Pro Loco ed alla sua azione in favore del mantenimento delle nostre radici clulturali in favore di manifestazioni pseudo culturali come "Absolute poetry " (centomila euro spesi, DODICI persone che si sono abbonate a tutti gli eventi)

I monfalconesi si sono allontanati dal centro per motivi ben individuabili, e ben noti: la loro città, Monfalcone appunto, è divenuto territorio di sperimentazione urbanistica da parte della giunta PIzzolitto, che ha imposto dall'alto scelte scopiazzate da altre città europee totalmente diverse da Monfalcone per dimensione, cultura, radici e storia . Questo, oltre alla scelta di orientare le energie della Amministrazione prevalentemente su scelte di tipo edilizio ed urbanistico tralasciando i problemi sociali, specie quelli della integrazione , ed i problemi degli stessi commercianti, anima economica e punti di riferimento sociale non indifferenti, ha creato una città aliena ed anonima, nella quale i monfalconesi evidentemente non si sentono piu' in casa propria, sia per l'aspetto estetico della città, deprivato della propria personalità, sia perché non si sono sentiti coinvolti nelle scelte arbitrarie della Amministrazione comunale. I commercianti hanno chiuso per mancanza di Clienti, oltre che da una concentrazione di Centri Commerciali che è difficile trovare in altri luoghi e sulla quale si dovrebbe, anche qui, riflettere.

Se il futuro di Sindaco di Monfalcone chiunque esso sarà vorrà riportare i Monfalconesi a Monfalcone dovrà fare di meglio di qualche vuoto slogan elettorale ad effetto. Anche i ventilati progetti di un Piano del commercio per Sant'Ambrogio, Corso del Popolo e Piazza, ove portare "pubblici esercizi di classe e i migliori negozi" sono parole vuote, se non vi sarà la convinzione di chi questi esercizi dovrà frequentare. Per riportare la gente a Monfalcone bisogna ridare Monfalcone la sua anima, E questa anima la possono trovare solo i Monfalconesi stessi, tutto il resto sono proposte  di trapianti, innesti artificiali simili a quelli  che hanno portato alla situazione attuale . Non ci sono formulette magiche da portare avanti con la prosopopea che ha sempre dimostrato la amministrazione comunale uscente: bisogna ridare politicamente Monfalcone ai Monfalconesi. Tra l'altro le iniziative di questa Amministrazione Comunale sono sempre state rivolte a ristrette "elite": la stessa espressione "pubblici esercizi di classe e i migliori negozi" rivela una attenzione rivolta verso una ristretta minoranza di persone , colta e raffinata, come lo sono state le iniziative della galleria di arte contemporanea, le iniziative come "absolute Poetry" l'isolamento della piazza , le piste ciclabili, i cinque milioni di denaro pubblico spesi per l'ex Albergo Impiegati .... Tutti fallimenti che i monfalconesi continueranno a pagare per anni. Mentre Monfalcone muore.Uccisa dalla crisi, certo. Dalla economia , dalla storia. Ma anche dalla Amministrazione Comunale meno "monfalconese " e probabilmente peggiore della sua storia.

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