domenica 19 aprile 2015

AUTORIFORMA DEL CREDITO COOPERATIVO...ECCO CHE COSA SUCCEDE

Si è svolto a Roma il 16 aprile 2015 un importantissimo convegno, organizzato da Fiba e Cisl sul tema della Autoriforma del Sistema delle BCC imposto dal Governo.

Senza la pretesa di volere condensare in poche righe tre ore e mezzo di interventi e dibattiti molto ricchi e prestigiosi,  è importante tuttavia dare per sommi capi conto del tema di fondo e dei  principali argomenti  trattati.

Il tema centrale  è appunto l'obbligo imposto dal Governo alle BCC di riformare il proprio sistema, Un obbligo che è emerso improvvisamente a seguito della volontà espressa dal Governo di intervenire con un decreto che in una prima scrittura attraverso la modifica del Testo Unico Bancario in particolare l'art.30 sul voto capitario (principio di una testa un voto su cui si basa la democrazia economica) avrebbe di fatto  eliminato Banche Popolari e Banche di Credito Cooperativo. Il pretesto del Presidente del Consiglio Matteo Renzi è una razionalizzazione del sistema per aumentare il credito alle piccole e medie imprese. Vengono attribuite a Renzi le seguenti frasi: «Ci sono tantissime banche e pochissimo credito, soprattutto per le piccole e medie imprese». E un'altra ancora: «Ho avuto il coraggio nel ridurre il numero dei parlamentari, non sarò di meno nel ridurre il numero dei banchieri»

Nel corso del convegno questo episodio è stato ben descritto dal prof. Leonardo Becchetti, professore ordinario di Economia politica presso l'Università di Roma Tor Vergata. " IL 15 o 16 gennaio arriva una telefonata che dice guarda che c'è un progetto del Governo per radere al suolo tra virgolette tutto  il sistema Popolare e Cooperativo....tutto"  quello che è seguito è stata una reazione del sistema delle Banche Popolari e di Federcasse teso a fermare questo provvedimento. Lo stesso Prof. Becchetti ha pubblicato sul quotidiano cattolico "Avvenire" un articolo dal titolo emblematico " Giù le mani da Bcc e banche popolari"  molto duro , che ha innescato una reazione molto decisa da parte di molti intellettuali e del mondo cattolico, Il prof.Becchetti è riuscito a raccogliere le firme di 162 colleghi in calce ad un appello e le adesioni di diversi movimenti di matrice cattolica. Si mobilita una parte del mondo politico ed alla fine il risultato è che il decreto viene ridimensionato e va a modificare solo le Banche Popolari e limitatamente alle Banche con attivi che superano gli 8 miliardi di euro. Tuttavia alle BCC viene imposta una riforma, definita urgente, che Federcasse riesce ad ottenere  venga stabilita come Autoriforma, ovvero una riforma prodotta dallo stesso movimento cooperativo. 

In margine al suo intervento, il Prof. Becchetti ha molto bene descritto i motivi per i quali questo provvedimenti siano ingiustificabili dal punto di vista storico ed economico ed ha citato i motivi per i quali il provvedimento risulti essere incostituzionale. 

Innannzitutto a livello internaziale le 50 principali Banche a voto capitario in Europa hanno un attivo medio di circa 120 miliardi, e cioè sono molto piu' grosse delle Popolari e delle BCC . E quindi la struttura giuridica di questo tipo di  banche non puo' essere presa a pretesto per  spiegare una pretesa scarsa erogazione del credito. A maggior credito delle proprie tesi il prof. Becchetti ha citato il Canada ove il 48 % del mercato vien gestito dalle banche del gruppo Desjardins che sono un sistema di Banche di Credito Cooperativo.

A smentita della tesi che vorrebbe questa riforma voluta dall'Europa, cita poi la Germania, con la Merkel che difende il sistema delle Banche popolari, ed anche il parere contrario espresso dalla BCE
Infine, questo diktat del Governo  è anticostituzionale ,  secondo le opinioni espresse da  quattro illustri costituzionalisti Ainis Flick Mirabella Imposimato , che hanno citato ben 7 articoli della Costituzione che vengono violati i numeri  2, 3, 18 , 41, 45, 47, 77

I Gli altri interventi che si sono succeduti nella giornata hanno sottolineato da vari aspetti, economico, politico, etico l'importanza del movimento cooperativo per lo sviluppo ed il sostegno economico del Paese, l'inconsistenza dei motivi addotti a pretesto dal Governo per richiedere con tanta fretta una riforna della quale non si comprendono i contorni

Cesare Fumagalli segretario generale di Confartigianato e Ernesto Ghidinelli di Confcommercio , quali rappresentanti di quelle piccole e medie imprese che maggiormente trovano nel Credito Cooperativo il proprio riferimento hanno focalizzato i loro interventi sulla importanza della pluralità della offerta nel mondo bancaroi

Il punto di vista etico è emerso nell'intervento di mons.Fabio Longoni, direttore dell'Ufficio Pastorale  sociale e del lavoro della Cei che ha sottolineato la funzione fondamentale del sistema cooperativo in quanto promotore della partecipazione e, riportando le parole di Papa Francesco, ha detto:" una cooperativa autentica è dove  non comanda il capitale sugli uomini ma gli uomini sul capitale". 

Importante il concetto che egli  ha voluto sottolinerare, poi ripreso anche da altri relatori, di "economia civile" da contrapporre al capitalismo, da altri relatori definito anche capitalismo predatorio. L'Economia civile, ha detto, non è una utopia ed è importante che questo problema venga visto anche come problema etico 

Francesco Boccia del Pd, Presidente della V commissione al Senato, ha subito voluto puntualizzare che non ha votato il decreto sulle banche popolari, raccogliendo gli applausi calorosi dalla sala, e precisando che farà di tutto per "far sì che questa legge non faccia danni". "La legge ha fissato un confine tra banche popolari e banche di credito cooperativo. Io credo che questo confine sia solido – ha detto – e il credito cooperativo deve fare delle performance trasparenti e dei rapporti fluidi, un vero punto di forza. Il sistema delle bcc deve fare da alfiere dello sviluppo del modello capitalistico italiano." 

Ha concluso i lavori il segretario confederale della Cisl Luigi Sbarra, il quale ha voluto precisare che "questo convegno non è un punto di arrivo, ma un punto di partenza. Da questo momento dovremo ritrovarci insieme, tutte le parti in causa, per portare avanti una battaglia di responsabilità e di civiltà. Questa è la precondizione per rimettere in moto dinamiche di sviluppo, crescita, occupazione nei territori e nell'intero paese."

Alla domanda  "Il credito cooperativo serve ancora?" posta in apertura del convegno dal segretario nazionale della Fiba Cisl Alessandro Spaggiari, tutti i relatori, hanno concordato  sulla necessità di difendere e rafforzare l'azione mutualistica delle banche di credito cooperativo al servizio delle persone  e delle comunità di riferimento.

Nella sua relzione, Spaggiari ha proposto non una riforma del movimento ma una "rinascita" del movimento in chiave mutualistica e cooperatriva, concetto ripreso diverse volte nel corso del convegno. 

Molto interessante , nel dibattito che è seguito, l'intervento di Luigi Pettinati, Direttore di Cassa padana, una BCC con circa 500 dipendenti, che ha voluto sostenere l'iniziativa di questo convegno e vi ha portato 70 dei propri dipendenti. Nelle parole di Luigi Pettinati, dopo tante indicazioni di principio enunciate nel corso del convegno da parte dei relatori ,  una proposta concreta .

Ed è una proposta che parte dalla considerazione che la riforma proposta da Renzi non è altro che un esproprio del sistema cooperativo. Senza nascondere i difetti del sistema emersi nel corso degli ultimi anni , tuttavia egli ha ribadito la fondamentale solidità del sistema . Ed ha ribadito l'importanza del ruolo dei Soci, della missione mutualistica e solidale delle BCC. La proposta consiste nel non produrre una riforma, ma di riattivare gli strumenti di gestione e di controllo già esistenti nel sistema stesso come il Gruppo Cooperativo Paritetico . Se il Governo sente la necessità di avere come riferimento una SpA,  propone di scorporare da ICCREA HOLDING le funzioni commerciali da quelle amministrative e delegare ICCREA HOLDING  a ricoprire il ruolo richiesto dal Governo 

Complessivamente nella giornata è stato puntualizzato ogni aspetto della importanza del Credito Cooperativo , e la gravità delle minacce che incombono sulla sua sopravvivenza. 

Stupisce grandemente che tutto questo non sia stato oggetto di una intensa campagna informativa da parte dei Presidenti delle BCC . Che i Soci non siano stati resi partecipi . Che Federcasse non ritenga di chiudere al piu' presto il fronte del conflitto con i Lavoratori sul recesso dal Contrato di lavoro per cercare di creare delel sinergie che vadano nella direzione di difendere il movimento cooperativo.

Il rischio, tra le altre cose, è che una eventuale  riforma calata dall'alto , sebbene anticostituzionale, possa venire portata per la ratifica ai Soci nel corso di assemblee straordinarie, per cui, una volta che una sentenza della Corte Costituzionale dovesse fare decadere la Legge che ha portato alla citata riforma, questa rimarrebbe comunque valida perchè risulterebbe espressione di un atto di volontà da parte dei Soci. 

Per chi vuole ascoltare l'intera conferenza

http://www.fiba.it

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