lunedì 17 settembre 2018

CHIUSURE DOMENICALI E LIBERISMO

Siete sicuri di voler vivere in questa specie di jungla post moderna?

Colgo l'occasione di un post pubblicato su Facebook a sostegno della apertura domenicale dei negozi per una riflessione che coinvolge un po' tutto il pensiero liberista. In sintesi il posto recita cosi " LA LIBERTA' NON HA ORARI- Obbligare i negozi a chiudere di domenica è sbagliato per le imprese, che non saranno libere di lavorare quando vogliono, sbagliato per i lavoratori che perderanno il posto o si vedranno ridurre lo stipendio, sbagliato per i consumatori che non potranno fare acquisti di domenica.
Gli unici contenti saranno i commercianti più forti, che possono permettersi di chiudere, e le imprese del commercio online.
Un governo che toglie libertà e ammazza l'economia. (Giordano Masini). Poi cita alcuni dati che riprendo dopo 

Un governo che toglie le liberta e ammazza l'economia. Ma siamo sicuri che liberismo e libertà siano sinonimi? 
 La democrazia è libertà all'interno delle regole, altrimenti parliamo di anarchia. E le regole sono importanti perchè evitano che la nostra vita diventi un far west dove vige la legge del piu forte. 

Lo Stato pone delle regole che permettono di  mantenere in equilibrio un sistema conteso tra interessi diversi, ciascuno con un peso diverso, che spesso tendono ad un orientamento della Società sbilanciato verso poteri piu' forti a svantaggio di una maggioranza debole- 

Un esempio tipico è quello del diritto del lavoro. Se il lavoro venisse regolato in maniera liberista soltanto dal mercato, ovvero dalla Legge della domanda e dell'offerta dove sarebbero i diritti dei lavoratori ? Perchè un datore di lavoro dovrebbe accontentarsi di operai che lavorano solo otto ore al giorno, solo quaranta ore la settimana, solo 5 giorni su sette? Perchè dovrebbe concedere delle ferie? In mancanza di regole potrebbe costringere i lavoratori ad accontentarsi sempre di meno e sfruttarli sempre di piu (cosa che peraltro sta già in parte accadendo) sino a raggiungere il limite della sopravvivenza per i lavoratori ed il massimo dei guadagni per se .

Agli inizi del secolo le condizioni dei lavoratori erano molto peggiori di ora, lavoravano i bambini , gli orari erano massacranti e le paghe misere poi sono arrivate delle conquiste, pagate a volte con il sangue, che hanno prodotto delle Leggi, sui minimi salariali , sulle ore da lavorare sulla sicurezza eccetera. E si è arrivati alle Leggi sul lavoro perchè si è capito che non ci puo' essere progresso in una Società se non c'è la crescita di tutti. Mi piacerebbe che chi sostiene le tesi liberiste leggesse il libro Furore di John Steinbeck prima di parlare Se adottiamo una visione puramente liberista, che senso ha tutto questo? Se il profitto è l'unico obiettivo non c'è posto per la qualità della vita dei lavoratori no? Percio' il Governo, ed in senso ampio lo Stato in questo caso non toglie libertà, la regola. E la regola perchè altrimenti gli interessi delle imprese che gestiscono i centri commerciali (interessi di pochi ma di elevato potere economico e genericamente influenti) vanno a modificare negativamente gli interessi di molti ( i lavoratori, parte debole) . 

Ora, una Società deve darsi degli obiettivi. L'obiettivo di una Società umana  non puo' essere quello di sacrificare il benessere e la qualità della vita di molti per fare gli interessi di pochi, dovrebbe essere evidente. Quindi è corretto trovare un equilibrio, perchè avere un giorno libero la settimana, comune a tutta la famiglia, permette una vita migliore per la Famiglia e l'intera Società. Permette la coltivazione e la conservazioni dei Valori che differenziano una Società umana da un insieme casuale di individui, la Famiglia, la Comunità- Una Società priva di valori perde se stessa e non ha molto senso di esistere.  Questo per quanto riguarda un fattore umano che non puo' mai essere considerato un numero , e sulla importanza della dignità della persona, sul suo diritto ad uno sviluppo armonico e sul diritto della ricerca della felicità si basano le piu' importanti conquiste della Società civile, dalla Costituzione della republica Italiana, alla DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI 

In questi documenti si parla non solo di diritti dei lavoratori per es.  ART. 36. Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa.
La durata massima della giornata lavorativa è stabilita dalla legge.
Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può rinunziarvi. ma anche della importanza di costruire una Società nella quale sia l'individuo che la Famiglia vengano tutelati e valorizzati .

Ma poi oltre a tutto questo c'è anche un fattore economico e sociale da non sottovalutare . Le aperture esasperate, domenicali, notturne, in giorni di festività come Pasqua, Natale, 25 aprile eccetera non sono possibili alle piccole attività ed ai piccoli negozi nei quali spesso lo stesso proprietario corrisponde alla maggior parte della forza lavoro. Per poter aprire sette giorni su sette il piccolo imprenditore dovrebbe assumere personale che non si puo' permettere . Ed infatti i centri commerciali esercitano una operazione di dumping che fa chiudere le piccole attività concorrenti (spesso dopo che un centro commerciale che apre in una zona , i primi ad esser assunti sono i piccoli commercianti della zona che sono stati costretti a chiudere) . 

Questo tra l'altro rende evidente un'altra frase di questo post"Gli unici contenti saranno i commercianti più forti, che possono permettersi di chiudere, e le imprese del commercio online: i commercianti piu forti non sono contenti perchè sulla possibilità di aprire di piu si basa il loro potere di annientare la concorrenza" " Il risultato è ovviamente negativo per l'occupazione perchè i piccoli negozi che chiudono rappresentano comunque una perdita di posti di lavoro, se non nel numero  degli addetti sicuramente nella qualità del lavoro e della vita degli occupati, poi per la comunità perchè vengono persi dei luoghi di aggregazione specie per le persona anziane, ed infine molto spesso vi è una perdita di qualità dei prodotti venduti, perchè alla qualità della piccola bottega si sostituisce l'offerta preconfezionata del centro commerciale, anche se il centro commerciale generalmente offre prezzi piu' bassi (peraltro corrispondenti alla ridotta qualità) . 

Come puo' l'imprenditore del centro commerciale offrire merci a prezzi bassi e venduti nel corso di una fascia oraria cosi' ampia? Ovviamente sfruttando le eonomie di scala ma anche utilizzando lavoratori pagati poco, costretti ad una ampissima disponibilità con orari spezzati, turni decisi all'ultimo minuto, contratti precari , nessun riconoscimento della professionalità , ed in generali utilizzati non come persone ma come numeri.  La chiusura domenicale potrebbe riportare un minimo di equilibrio in questa situazione , anche se è ben vero che tornare indietro sui danni già fatti è abbastanza difficile.

Obbligare i negozi a chiudere di domenica è sbagliato per le imprese, che non saranno libere di lavorare quando vogliono questo già accade in altre situazioni senza che nessuno si scandalizzi. Per esempio i bar e pubblici esercizi che devono chiudere ad una certa ora per problemi di pubblica sicurezza e per evitare schiamazzi tanto per dirne una. Non è scritto da nessuna parte che li imprenditori devono poter fare quello che vogliono. L'importante è che le regole siano uguali per tutti

sbagliato per i lavoratori che perderanno il posto o si vedranno ridurre lo stipendio. Questo è un problema serio e reale per il quale bisognerà pensare ad una soluzione, anche se è ben vero che non sempre  la grande distribuzione  ha assunto per le aperture domenicali, molto spesso ha spalmato gli orari dei lavoratori su piu' giorni, spesso esasperando il ricorso a turni frammentati ed a cambi turno improvvisi e chiamate al lavoro nei momenti di maggiore affluenza , cosa che pesa non poco sulla qualità della vita dei sottoposti.  Ovviamente è auspicabile che una ripresa del piccolo commercio conseguente le chiusure domenicali possa spostare nuovamente l'occupazione sulla piccola impresa anche se questa  è una prospettiva remota e su lunga distanza . Tuttavia se una Società decie di darsi un indirizzo che vada nella direzione di una maggiore dignita della persona e della Famiglia, questo difficilmente puo essere indolore

sbagliato per i consumatori che non potranno fare acquisti di domenica.  Questo no, dai... Ma ci vogliamo rendere conto di quanto ci siamo fatti condizionare a passare le domeniche dalla piazza del paese, dal corso principale della città, dai parchi pubblici al centro commerciale? Dalla socializzazione ad un posto dove siamo bombardati da messaggi pubblicitari e spendiamo piu di quanto è necessario perchè veniamo condizionati a farlo? Ci vogliamo rendere conto che questa invasione di centri commerciali ci ha trasformati in coatti che hanno una ragione di esser soltanto in base a quanto consumano? Ma vogliamo dare una occhiata dentro casa nostra e vedere quanti oggetti abbiamo comperato che in realtà non ci servono?  Questo consumismo esasperato è una forma di intossicazione .Da questo non ci si puo' aspettare che un miglioramento perchè che le Famiglie non abbiano di meglio da fare la domenica che passare il tempo al centro commerciale e una cosa che non si puo vedere

Infine i numeri, come promesso. Dunque in questo post (ed anche in altri dello stesso tenore) si cita il fatto che ci sono 19,5 milioni di persone che comprano di domenica ( dato che andrebbe analizzato: persone che OGNI domenica vanno al cento commerciale? O piu' probabilmente persone che ALMENO UNA VOLTA NELLA VITA hanno comperato di domenica? Magari il giornale?) 3,4 milioni di dipendenti che lavorano la domenica ( saranno compresi anche quelli che la domenica sono costretti a lavorare, come Vigili del Fuoco, Polizia, Carabinieri Esercito , medici ed infermieri, macchinisti e personale viaggiante dei treni, piloti ed equipaggi degli aerei, marinai, eccetera? ) 24,5 milioni di ore lavorate in piu'  (davvero? Un dato interessante ....ma allora chi lavora la domenica non ha un riposo compensativo?) 400 milioni di euro in maggiori stipendi (dato sicuramente positivo se reale e confermato  ) ed il fatto che il 15% del fatturato settimanale avviene di domenica. Ora, se la domenica si chiudesse secondo voi il fatturato calerebbe del 15 %? Bene se cosi' fosse, significherebbe che la domenica si spende solo per passare il tempo e si comperano cose inutili che possono anche non essere comperate, e quindi la chiusura domenicale si rivelerebbe un vantaggio per le Famiglie  ma molto piu' probabilmente questo 15 % si spalmerebbe sul resto della settimana, rendendo un poco piu' intenso il lavoro negli altri 6 giorni cosa che consiglierebbe la direzione dei centri commerciali di spalmare anche le ore lavorate sul resto della settimana 

Un ultima osservazione su quei lavoratori , obbligati a lavorare la domenica come personale sanitario, forze dell'ordine ecc, che criticano la chiusura domenicale sostenendo che se loro lavorano la domenica, possono farlo tutti. Mi dispiace per questo atteggiamento dettato credo non dal ragionamento ma dall'invidia. Per utilizzare una metafora, io credo  che se una persona si stende in spiaggia a prendere il sole , non porta via niente a nessuno per quanto si abbronzi , e quindi se è possibile per alcune categorie di lavoratori , che non svolgono servizi essenziali, di poter usufruire del riposo domenicale , questo non porti via niente a chi è costretto purtroppo a lavorare la domenica. Anche perchè, se la domenica lavora....non ha tempo di andare a fare la spesa. O no?