domenica 14 novembre 2010

MONFALCONE E LA COMUNITA' BENGALESE: PAROLE, PAROLE, PAROLE......

C'è un pittoresco detto veneto che recita piu' o meno " mi rispondo de quel che te go ditto, no del quel c**** che te ga capido ti" . Frase emblematica per capire che la comunicazione non è mai una cosa semplice come sembra. In ogni messaggio che passa, specie tra persone, intervengono componenti diverse, diverse chiavi di lettura e di trasmissione, diversi livelli di interpretazione, senza contare l'aspetto cosiddetto "non verbale" che pure fa parte della comunicazione e che assume importanza diversa a seconda del grado di confidenza delle persone, del tipo di rapporto che hanno eccetera. Sono cose che chi fa determinati mestieri, tra i quali il politico, sa bene.Ma che qualche volta fingono di ignorare. In ogni messaggio che si trasmette c'è quello che si è detto, il modo nel quale lo si è detto, il perchè lo si è detto, il contesto nel quale passa il messaggio, quello che si voleva dire e quello che si voleva non dire, quello che non si è detto eccetera. Da parte di chi lo riceve c'è quello che si sente, quello che si capisce, quello che si vuole capire a seconda appunto del contesto e del perchè parte il messaggio- Un esempio che a me sembra lampante è la recente diatriba tra PD Monfalconese e la Comunità proveniente dal Bangladesh per voce del suo esponente piu' noto Mohammad Hossein Mukter , noto ai piu' con il nome di Mark- Il leader bengalese ha posto in evidenza la questione dei rapporti tra la sua comunità ed il Partito Democratico, lamentando promesse non mantenute in merito ad una posizione di rilievo all'interno del Partito da destinare allo stesso Mark, che sarebbe stata ventilata e poi "dimenticata" . Inoltre sarebbero state fatte altre promesse per migliorare la condizione della comunità asiatica, in seguito mai mantenute. Il centro sinistra smentisce, con affermazioni a mezzo stampa sia del segretario comunale del Pd, Paolo Fisenna,sia il presidente della Provincia di Gorizia, Enrico Gherghetta. Chi ha ragione? Probabilmente tutti : tipico caso nel quale la comunicazione non è stata chiara ed ognuno ha probabilmente capito quello che gli conveniva . Certo è che la comunità bengalese ha partecipato alle primarie , un evento singolare visto che poi magari non potevano votare alle politiche, e l'idea difficilmente puo' essere partita dalla comunità bengalese Quindi probabilmente vi era un tipo di interesse da parte del PD verso questa partecipazione, ed è verosimile che all'interno di queste comunicazioni la comunità bengalese abbia maturato la convinzione che vi fosse, all'interno di questo invito, l'idea di una partecipazione progressivamente piu' ampia alla vita politica , convinzione non smentita tempestivamente ed in modo accurato. Su questo punto andrebbe fatta una riflessione. Credo che sia logico che una comunità straniera che va a radicarsi in una comunità italiana , cerchi all'interno della stessa spazi di visibilità politica. E' percio' evidente che essa è sensibile ad ogni apertura provenga dalle formazioni politiche esistenti. Altrettanto evidente pero' è che questa comunità non abbia alcun interesse a costituire una massa di manovra al servizio di questa o quella formazione politica senza che da cio' possano derivare miglioramenti della propria condizione. Per cui mi sembra ragionevola pensare che la comunità guidata da Mark abbia avuto modo di maturare la convinzione di poter trovare a causa di questi invito alle primarie, un a certa disponibilità nel proseguo della attività politica. Credo sia molto difficile che dei politici esperti non abbiano compreso tutto questo, e rimane percio' difficile ( ma non impossibile) comprendere il motivo per il quale queste speranze non siano state subito smentite. Sino al punto di arrivare oggi a dire "mi rispondo de quel che te go ditto, no del quel c*** che te ga capido ti"
Frase che puo' andare bene se detta in un bar veneto davanti a un paio di ombre, molto meno bene se questa frase diventa emblematica di un certo modo di fare politica

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