mercoledì 10 luglio 2013
CORSO DEL POPOLO PEDONALE: I PERCHE' DEL NO
Le osservazioni di coloro i quali vogliono che Corso del Popolo diventi pedonale, cosi' come espresse sul sito Facebook e cosi' come riportate dal quotidiano Il PIccolo, in genere convergono in una visione piuttosto fiabesca di uno spazio dove si puo' liberamente passeggiare al riparo dalle automobili, una visione priva di contesto , nel quale esiste una bella strada, architettonicamente gradevole, che invita al passeggio , e nulla che lo ostacoli. Questo è quello che gli psicologi chiamano "pensiero frivolo" , ovvero un pensiero piacevole che non tiene conto dell'effettivo contesto nel quale il pensiero viene calato e di eventuali circostanze oggettivamente avverse alla realizzazione di questo pensiero , che in genere si utilizza per sognare oppure per autoconvincersi di un qualche cosa. I commercianti, che si oppongono alla pedonalizzazione in forza di esperienza professionale e convinzioni maturate in decenni di attività , vengono genericamente giudicati nemici, vengono accusati di "non capire niente", di non avere coraggio, di non avere iniziativa. Mentre invece a favore della pedonalizzazione vengono riportati gli esempi di città come Trieste, Gorizia , Udine ma la fantasia si spinge anche oltre e c'è chi porta i paragoni di Milano, Torino e chi più' ne ha più' ne metta. In passato, in occasione di altra pedonalizza ione o di realizzazione di piste ciclabili , mi sfugge la circostanza,, il dimenticabile sindaco PIzzolitto aveva portato l'esempio di Amsterdam, nientemeno. Eppure, se invece di sostenere gli argomenti in maniera pregiudiziale ed ideologica , si facesse un ragionamento serio, apparirebbe evidente che la pedonalizzazione del Corso del POpolo andrebbe accuratamente evitata, per il bene di tutti. Infatti, la visione idilliaca di uno spazio gradevole ove le persone passeggiano richiede evidentemente che le persone abbiano un qualche richiamo per venire in questo luogo. Dal momento che in Corso del Popolo non esistono reperti archeologici , opere d'arte o altro motivo di richiamo , appare evidente che il motivo di richiamo dovrebbero essere i negozi di quegli stessi commercianti che si vogliono indicare come ignoranti e poco coraggiosi. ;ma i commercianti sanno ( non immaginano, non sognano, sanno!!) che a Monfalcone le strade ed i luoghi chiusi al traffico non funzionano. Ce lo insegna Via Sant'Ambrogio, la Piazza Falcone e Borsellino, La Piazza della Repubblica stessa. Non a caso, oggi il posto dove si tiene lo struscio serale è principalmente via Duca d'Aosta , regolarmente aperta al traffico. Non è chiaro perché questo avvenga, anche se, lungi dal pensare che il maggiore successo dei negozi sia dovuto o meno alla occhiata distratta che vi lancia l'automobilista di passaggio, è ipotizzabile che sia più' probabile che una via trafficata risulti maggiormente invitante la sera, o nei bui tardi pomeriggi d'inverno, o quando piove, insomma in tutte quelle situazioni nelle quali il traffico solamente pedonale appare troppo scarso per non ingenerare una sensazione di insicurezza. Comunque sia, i commercianti sanno che la pedonalizzazione porterebbe alla chiusura dei loro esercizi commerciali. Avvenuto questo, con le vetrine vuote oppure con i negozi rilevati da call center e dalle altre attività oggi presenti in Via Sant'Ambrogio chi verrebbe più' in Corso del POpolo? Il Paragone con altre Città non tiene conto del fatto che Monfalcone è più' che altro un paese, e che si è ampiamente dimostrato che cio' che ha funzionato in alcune città, a Monfalcone non funziona. Trovo poi alquanto patetiche le argomentazioni di chi , a sostegno della pedonalizzazione dichiara che "Ci interessa il benessere della città, non siamo indifferenti alle difficoltà dei suoi commercianti, ed è del tutto evidente che per rilanciare il Corso non è sufficiente pedonalizzare: servono negozi invitanti, rinnovo dell'estetica delle facciate dei palazzi, maggior illuminazione nelle ore serali e notturne, sorveglianza del territorio soprattutto di notte, arredo urbano adeguato, programma di eventi culturali e di intrattenimento con appuntamenti frequenti e non episodici, disponibilità di parcheggio nelle vicinanze, anche con 30 minuti gratuiti per consentire gli acquisti." quando poi non spiega con quali soldi i commercianti stremati dovrebbero rinnovare le vetrine, con quali fondi si dovrebbero rifare le facciate , rifare la illuminazione e l'arredo urbano, chi e come dovrebbe garantire le sicurezza , come si potrebbero reperire i parcheggi e di dove dovrebbero arrivare tutti questi eventi culturali e come si potrebbero realizzare nei lunghi mesi invernali. Infine, a chi si scaglia contro chi vuole arrivare in automobile sino al centro "ma è mai possibile che siano tutti in giro in auto anche per fare qualche km di strada? Andate in giro di più a piedi e usate la bici come fanno nel nord Europa!!" vorrei fare presente che non ci sono gli strumenti per costringere la gente a fare come nel Nord Europa e che se la gente (e quindi i consumatori, coloro i quali son i loro soldi fanno sopravvivere i commercianti) non trova il proprio comodo, sta un attimo a girare il volante della sua automobile e cambiare aria, cosa che accade ormai da anni per quanto riguarda il Centro di Monfalcone che sta perciò' morendo. Da notare che un "esperimento" di uno o due anni di pedonalizzazione non sarebbe realizzabile, perché gli stremati negozi del Corso non hanno le energie per durare anni senza incassare, e quindi perirebbero nel corso dell"esperimento" Se si vuole rianimare il Centro, l'unica cosa da fare è fare i conti con la realtà , e cercare di dare alla gente quello che vuole e che richiede.. ...oppure, restiamo al pensiero frivolo e buon fallimento a tutti.
sabato 18 maggio 2013
GENOVA SENZA PERCHE'
Ed ecco il circo mediatico che risolve tutto. Una nave sbaglia una manovra , urta una palazzina di comando che crolla su se stessa, muoiono nove lavoratori. Come sempre in questi casi , due sono i filoni sui quali viene convogliata l'attenzione della opinione pubblica: il primo , la ricerca affannosa e puntigliosa delle scatole nere, dei dati, dei filmati , delle conversazioni telefoniche , la enfatizzazione di indagini degne di un film di CSI , nei quali viene descritto nei particolare lo spettacolare sforzo delle Autorità per "scoprire la verità" , come se questo fosse stato un incidente assolutamente imprevedibile e si cercasse di trovare l'errore invisibile o la mente diabolica che ha causato il tutto, a suggerire ancora una volta la assoluta assurdità di un incidente del genere. IL secondo, la frenetica ricerca dei corpi e la spettacolarizzazione delle esequie con le Autorità civili e religiose che deplorano , auspicano, promettono, si indignano, si impegnano e poi, come diceva amaramente De Andrè "poi getta la spugna con gran dignità."
La televisione che insiste sui particolari. la telefonata in cui uno dice all'altro "hei, stai attento!!" viene ripresa mille volte, la telecamera del TG indugia sui volti di parenti e amici affranti, a suggerire una grande attenzione al dolore. Eccetera
Parliamo un attimo del primo, della ricerca della verità : fatte le debite proporzioni, l'incidente di Genova potrebbe essere paragonato a quello che potrebbe succedere ad un furgone che facesse manovra in un parcheggio tropoo stretto: scivola un attimo la frizione ed il furgone abbatte uno di quei paletti che reggono le catenelle bianche e rosse che delimitano il parcheggio stesso. Piccolo graffio sul furgone, un paletto da ripiantare. Ecco tutto. Solo che quel paletto era una palazzina piena di gente. Ora, che in un parcheggio un furgone possa abbattere un paletto è evento tutt'altro che imprevedibile, il problema nasce nel momento in cui quel paletto abbia prodotto nove vittime. Le indagini che verranno condotte a Genova, saranno sicuramente mirate a capire come è stato possibile che la nostra ipotetica frizione sia potuta scivolare, e si andrà, per modo di dire, sino al meccanico che ha regolato la frizione l'ultima volta , al calzolaio che ha risuolato le scarpe del conducente, eccetera. Mentre la cosa da capire sarebbe come è stato possibile che una palazzina sia stata costruita in un punto così' pericoloso, e come mai non sia stata progettata per reggere un urto del genere o perlomeno per collassare in modo programmato in modo da ridurre le vittime. E' stata evidenziata una foto postata su Facebook da una delle vittime prima dell'incidente in cui si vedeva una nave a filo della banchina ed il commento „"Se anche tu vedi passare una nave a questa distanza... cosa diresti? "."i lavoratori probabilmente si rendevano conto del pericolo. ma come sempre in questi casi , alla fine si sono tenuti ogni commento per loro.
Perchè evidenziare una cosa fatta male, come un palazzina costruita troppo alla portata dell'urto di una nave, per esempio, metterebbe in dubbio le competenze di chi ha deciso, di chi ha appaltato, di chi ha progettato, ed una volta che le cose sono state fatte ed i soldi spesi , è meglio non "sollevare puzze" . I rappresentanti dei lavoratori, complici anche le ampie scappatoie offerte dalle Leggi sulla Sicurezza, vengono presto tacitati. Cosi' si continua ad affidare il compito di progettare , coordinare, valutare , gestire direttamente o indirettamente cose che hanno pesante influenza sulla sicurezza sul lavoro a persone non sempre, (a volte raramente), scelte sulla base delle effettive competenze, con grande attenzione ai costi e quindi al risparmio di tutto cio' che non appare immediatamente indispensabile, come appunto la sicurezza. Poi a discesa tutti sono tenuti a conformarsi , perche una eventuale contrapposizione porta inevitabilmente effetti negativi sulla carriera o sulla conservazione del posto di lavoro. E cosi' si continua ad appaltare , a costruire, a realizzare ed a gestire , sperando che tutto vada bene, ..... ma purtroppo si continua anche a morire. Un migliaio di morti ogni anno sul lavoro, pochi dei quali hanno il diritto alla eco mediatica di Genova o del rogo della ThyssenKrupp.
Le Autorità. dal canto loro, dimostrano indignazione e proclamano impegno ma poi troppo spesso si fermano alle dichiarazioni: Molti aspetti della legislazione sulla sicurezza sono inadeguati, specie nelle pene per gli inadempienti, continui i rinvii della applicazione di alcuni aspetti del Testo Unico sulla Sicurezza, ed in generale moltissimo rimane da fare sulla effettiva possibilità di applicazione della Legge e sulla costruzione di una reale cultura della sicurezza. Cultura che dovrebbe portare in estrema sintesi al fatto che un Lavoratore che segnala un problema di sicurezza, un impianto fatto male, una procedura che genera pericolo eccetera venga vissuto come un portatore di interesse della Azienda, una ricchezza da coltivare e non un impiccione de eliminare al piu' presto in qualche modo.
Problema molto arduo da risolvere in un Paese nel quale le carriere si costruiscono politicamente, gli appalti si costruiscono politicamente, le valutazioni vengono fatte politicamente e la politica è una delle piu' corrotte del mondo. Meglio auspicare, indignarsi costernari impegnarsi....e poi gettare la spugna. Con gran dignità
sabato 11 maggio 2013
Un gatto
Un gatto è un gatto, non c'è niente da fare. Non è un qualcosa di assoluto, I gatti sono bestiole graziose o esseri fastidiosi a seconda dei punti di vista e dei gusti personali. Infidi per qualcuno , estremamente affidabili per altri . Curiosi ed al tempo stesso indifferenti. Indipendenti ma desiderosi di una casa e di attenzioni ...alteri, dignitosi, ladri e bugiardi ci si può' mettere di tutto . Nel corso della storia sono stati divinizzati, per esempio degli egiziani, che avevano nel panorama dei loro molti dei una dea dell'Amore, Astarte, raffigurata con una testa di gatta, ma anche demonizzati, come per esempio nel periodo dell'Inquisizione, durante il quale furono uccisi a milioni.
I gatti sono gatti, niente di più', ma anche niente di meno. Sicuramente non sono demoni nè dei, e tuttavia in nessuno caso passano inosservati e mai sono stati indifferenti all'uomo nel corso di tutta la sua storia.
Pur non essendo adatti ad essere cavalcati, munti o mangiati ( salvo rare eccezioni) nè in grado di fare la guardia alle pecore o rintracciare persone disperse nella neve, sono entrati nel panorama degli animali compagni dell'uomo . Per cacciare i topi ma più' che altro come animali d'affezione. ..... Pero' non è mai il caso di affezionarsi troppo ad un gatto... i gatti nella vita vanno e vengono. Se ne vanno da una casa se non vengono accuditi nel modo giusto, se il vicino li nutre meglio, se l'introduzione di un nuovo elemento nella loro famiglia di riferimento, tipicamente un nuovo cucciolo, non è di loro gradimento e anche semplicemente cosi', per motivi che non è dato sapere.... E poi muoiono , muoiono spesso. Avvelenati dal vicino perché rappresentano un pericolo per il suo allevamento di canarini, sbranati dal suo cane, massacrati dai teppisti di strada che vi trovano una facile preda per un sadico divertimento, con un rischio di essere perseguiti estremamente rarefatto ..... o travolti dalle automobili mentre vagano completamente intontiti dagli ormoni nel periodo degli amori.
Non vale mai la pena di affezionarsi troppo ad un gatto perché difficilmente resterà a lungo con noi. E poi , a differenza di altri tipi di animali , non è possibile possederli. Nessuno può' considerarsi il padrone di un gatto.... al massimo il suo coinquilino , il compagno di un pezzo di strada... A chi crede di poter applicare ai gatti il ruolo padrone/animale riservato agli altri animali domestici, vorrei riportare la corretta chiave di lettura al topolino morto che ci lasciano sull'uscio di casa, che mi ha spiegato un amico veterinario, e che detto in due parole non significa "padrone , ti sono talmente riconoscente che voglio farti sapere che il tuo impegno nel mantenermi non è vano..vedi? io ti sono utile perché uccido i topi che ti infastidiscono" ma significa invece " va beh, guarda , mi sei simpatico.... visto che proprio non ce la fai a procurarti i il cibo da solo ti ho portato io qualcosa da mangiare ...buon appetito ma non ti viziare ok?"
I gatti sono intelligenti e opportunisti, ed in un certo qual modo opportunisti in modo intelligente . Anni fa ho preso due gattini, maschio e femmina, fratelli. Le femmine sono molto migliori per la caccia ai topi, mentre i maschi sono in genere più' stupidi in tutti i campi.( e purtroppo frequentemente questo non vale solo per i gatti ) Il maschio infatti non voleva capire i limiti, puntava i miei uccellini nelle gabbie ed ammazzava i pulcini nel pollaio. Prendeva un sacco di botte e non capiva perché. La femmina invece ha imparato da subito come girava il vento, quando sentiva un secco "NO!" tirava indietro le orecchie e si ritirava con la coda tra le gambe ventre a terra. per poi non ritornare più' sull'argomento : pulcini uccellini ed in genere, tutto quello che stava dietro le sbarre era mio e non si toccava. Il resto era strage: di topi , uccellini, lucertole , persino leprotti , piccioni. Un tacito accordo: metà territorio per uno . Era un gran cacciatrice e non ho mai avuto problemi di topi ne grandi ne piccoli, perché era capace di uccidere ratti grandi come lei
Si dice che i gatti siano filosofi. In genere , questo significa che non combattono guerre perse in partenza, fatta eccezione , si capisce, per le battaglie amorose. Quando capiscono che un obiettivo non è alla loro portata, ostentano indifferenza. ; la loro forsennata azione in un attimo si trasforma in una tranquilla toeletta , il loro atteggiamento nei confronti della dignità fa ritornare in mente Verga che in un suo passaggio dei Malavoglia descriveva l'atteggiamento di uno dei protagonisti con la definizione "quella maschera di indifferenza orientale che è la dignità del contadino siciliano" ...ecco, appunto.
Forse i gatti si possono definire pragmatici. Si arrangiano e piagnucolano difficilmente. Il che non significa che non piangano mai: il verso lamentoso che fanno quando stanno ordinando il pranzo al loro coinquilino umanoide viene definito dagli etologi proprio pianto, ma si tratta di intelligente opportunismo ( utilizzato peraltro non solo dai gatti ) pero' quando un gatto sta male sul serio di solito si nasconde, fugge, si arrangia da solo. La loro particolarità di nascondersi quando sono malati e poi ricomparire sani è quella che probabilmente ha ispirato la leggenda delle nove vite dei gatti. Ma talvolta non ricompaiono perché nel loro nascondiglio sono andati a morire.
Il perché di questo comportamento non lo conosco , ci sono varie ipotesi ma queste le lasciamo agli etologi. ....chi scrive per il proprio piacere ha il potere ed il diritto di immaginare, e quello che io immagino è che i gatti sembrino semplicemente avere un rapporto pratico con la morte, che viene da loro gestita come tutte le altre cose della vita, senza fronzoli. Io non so se la mia gattina sapesse di morire, ma certo si è comportata come lo sapesse.
Forse i gatti si possono definire pragmatici. Si arrangiano e piagnucolano difficilmente. Il che non significa che non piangano mai: il verso lamentoso che fanno quando stanno ordinando il pranzo al loro coinquilino umanoide viene definito dagli etologi proprio pianto, ma si tratta di intelligente opportunismo ( utilizzato peraltro non solo dai gatti ) pero' quando un gatto sta male sul serio di solito si nasconde, fugge, si arrangia da solo. La loro particolarità di nascondersi quando sono malati e poi ricomparire sani è quella che probabilmente ha ispirato la leggenda delle nove vite dei gatti. Ma talvolta non ricompaiono perché nel loro nascondiglio sono andati a morire.
Il perché di questo comportamento non lo conosco , ci sono varie ipotesi ma queste le lasciamo agli etologi. ....chi scrive per il proprio piacere ha il potere ed il diritto di immaginare, e quello che io immagino è che i gatti sembrino semplicemente avere un rapporto pratico con la morte, che viene da loro gestita come tutte le altre cose della vita, senza fronzoli. Io non so se la mia gattina sapesse di morire, ma certo si è comportata come lo sapesse.
Dopo l'ultimo viaggio dal veterinario, nel quale una iniezione di cortisone e antibiotici non è servita a niente, sembrava cambiata, sembrava fosse cosciente si essere in procinto di lasciare le sue cose. Si aggirava per il giardino muovendo nervosamente la coda, come se non sapesse cosa fare di se. Poi stava sempre distesa in una scatola di cartone fuori dal locale caldaia dove aveva la sua cuccia e dove andava solo la notte a dormire. Non mangiava quasi più', ma si alzava per venire ad annusare quello che le portavo. Non si lamentava e non richiedeva attenzioni ma accoglieva volentieri le coccole che le venivano fatte, ringraziando con le sue fusa.
Un sabato sera siamo usciti, e lei era insolitamente su un gradino delle scale di casa, dove poteva vederci andare via. Era spossata , il suo corpo non aveva la tranquilla rilassatezza dei gatti ma era proprio abbandonato sulla pietra. Eppure ha alzato la testa per vederci partire. IL suo sguardo mi è sembrato tranquillo e sereno, sebbene il suo muso avesse un aspetto disordinato, con le orecchie scombinate . Sembrava un tranquillo addio
E' morta due giorni dopo, in uno dei cespugli del giardino, sotto il quale si era nascosta o forse solo distesa a prendere il sole .
Non vale mai la pena di affezionarsi troppo ad un gatto, eppure dopo dieci anni di convivenza, di topi morti sul tappetino d'ingresso, di trucchi per riuscire ad entrare in casa nelle fredde sere d'inverno per fare le fusa davanti al fuoco, di intrusioni dalla finestra dello studio aperta nelle sere d'estate, per una passeggiata sui tasti del mio computer mentre cercavo di scrivere , di strusciamenti sui pantaloni ogni volta che rientravo a casa, di grattate di orecchie si fa fatica a rimanere indifferenti quando si trova sotto un cespuglio un mucchietto d'ossa e di pelliccia che non i muove più'. L'abbiamo seppellita sotto l'albero di fichi.
Non intendo certo scrivere una di quelle lamentose lettere di addio che si trovano ogni tanto sui giornali quando muore un animale domestico..nelle quali si parla all'animale come fosse vivo e senziente... le trovo oscene. Anche se era il miglior gatto del mondo era pur sempre un gatto. Non era un veicolo di sentimentalismi per persone emotivamente instabili, era un gatto. Un bravo gatto. Un gatto eccezionale...mi mancherà Riposi in pace
domenica 31 marzo 2013
Gli ultimi giorni del Movimento 5 stelle
Non so se il signor Grillo e la sua compagnia di esordienti della politica sappiano qualche cosa che noi non sappiamo, e se di conseguenza le cosa andranno a finire in maniera diversa da quello che più' spontaneamente viene di pensare . E' pur sempre possibile, - ( e da chi ha compiuto il miracolo di canalizzare la protesta degli "indignados" italiani sino a formare in pochi mesi un soggetto politico capace di confrontarsi con i big della politica italiana possiamo veramente aspettarci di tutto, ) - che un orizzonte nuovo ed inaspettato venga improvvisamente a delinearsi
.
Tuttavia oggi, alla luce di quelle che sono le nostre attuali esperienze e le nostre conoscenze appare maggiormente probabile che il Movimento 5 stelle imploda su se stesso in tempi tutto sommato abbastanza brevi
Con il continuo rifiuto di ogni e qualsiasi accordo con le formazioni politiche preesistenti al suo movimento , da lui definiti nientemeno che partiti puttanieri, partiti casi psichiatrici, eccetera Grillo porta avanti la linea che ha sostenuto la sua vittoriosa campagna elettorale. Ma non produce, almeno per il momento , proprio nulla. Quello che si va delineando, ad un mese dall'esito delle elezioni, è una specie "Movimento del NO" , molto determinato nel rifiutare, ma anche molto avaro nel proporre.
Utilizza modi molto teatrali per rifiutare ogni proposta, crea grande eco mediatica ad ogni occasione che gli venga data per rifiutare qualsiasi tipo di accordo. ma oltre a questo sembra di intravedere ben poco. Nei primissimi giorni dopo l'esito delle elezioni, l'effetto era quello di un rullo di tamburi, alla fine del quale si pensava di potersi attendere la sorpresa inaspettata di una proposta ad effetto , di una qualche novità clamorosa ...del coniglio che esce dal cappello a cilindro . ma oggi, con gli spread che impazziscono, la crisi che incalza , la disoccupazione che avanza e le prospettive che naufragano nella pioggia , nel maltempo, nel generale scoramento, si incomincia a percepire un senso di vuoto.
Geniale la scalata di Grillo ma adesso dove sono le idee?.
Grillo chiede il mandato a formare un nuovo Governo ma non ha i numeri. Poi sostiene che si possono fare le riforme senza bisogno di formare un nuovo Governo. Non so se dal punto di vista istituzionale ciò' sia possibile, mi sembra di no, ma comunque c'è bisogno di un esecutivo che dia applicazione alla Leggi emanate dal Parlamento : ricordate le lezioni di educazione civica alle medie ? "in Italia esistono il potere Legislativo demandato al Parlamento, il potere Esecutivo, demandato al Governo ed il potere Giudiziario...." la impressione è che Grillo, conquistato un pezzo non indifferente di potere, non sappia ora bene cosa farne, e continui a temporeggiare cercando una idea per gestirlo.
Tuttavia credo non siano pochi anche tra i suoi elettori che non stiano cominciando a capire questo suo imbarazzo, e quindi comprendano che anche addosso a Grillo sta ricadendo la responsabilità di questo Paese senza guida in uno dei momenti più' difficili della sua Storia. Intendiamoci, nessuno vuole sostenere che Grillo dovrebbe adeguarsi ed integrarsi nel Sistema che sta combattendo. Pero' è chiaro che con questo Sistema , se vuole sopravvivere, deve venire a patti.
Non deve per forza dire di si a Bersani, ma deve, se vuole continuare a rimanere credibile, formulare una sua proposta. Dire nomi e cognomi di chi vorrebbe a formare il nuovo Governo, per assurdi che possano essere, dire come vorrebbe il nuovo esecutivo insomma: dire quello che vuole fare e soprattutto come vuole farlo . Sbaglia se pensa che il trascorrere del tempo senza risultati apprezzabili danneggi solamente quelli che lui considera i propri avversari politici: il tempo scorre anche per lui.. Infatti, in qualche modo le cose dovranno andare avanti.
Forse l'agorà dei dieci saggi produrrà un altro Governo tecnico che, per forza di cosa, non potrà essere granché differente dal governo Monti. Oppure, ci sarà alla fine il governissimo PD - PDL . ma quale che sia la forma che prenderà questa legislatura, (peraltro di breve durata) la si farà senza Grillo. Cosi', mentre la storia continuerà bene o male a scorrere , IL movimento 5 stelle si troverà a rimanere a bordo campo a gridare invettive ai giocatori. . In questo modo, piano piano comincerà a perdere pezzi perchè gli elettori del M5S hanno votato il cambiamento , non l'immobilismo.
Restando a bordo campo il M5S regalerà per forza di cose la scena all'eterno Berlusconi che sosterrà il Governo Tecnico del Presidente o l'asse PD - PDL che sia sino a quando questo gli farà comodo , poi al momento per lui maggiormente opportuno farà cadere il Governo per andare alle elezioni anticipate . Ovviamente a questo punto, il PD avrà continuato a perdere pezzi dovuti al fatto di non essere riusciti a formare il nuovo Governo in maniera decente, il Movimento 5 stelle avrà perso molti consensi a causa della sua incapacità di costruire e con i numeri che ci sono ad oggi, con ragionevole probabilità vincerà il centro destra di Berlusconi, grazie alla incapacità di Grillo (ma anche del PD) di dimostrarsi forza di Governo. L'indomani della vittoria di Berlusconi, il Movimento 5 stelle crollerà su se stesso come un castello di carte , portando con se la responsabilità non solo di avere rigenerato il mostro ma soprattutto di avere dimostrato che il voto di protesta non serve a creare un Governo decente, perché i voti non basta prenderli, bisogna anche saperli utilizzare.
Sarà una pesantissima responsabilità quella del signor Grillo, quella di avere sprecato la più' grossa occasione che la Democrazia in Italia abbia mai avuto , e di avere ucciso la speranza.
Per evitare tutto questo sarebbe sufficiente che Grillo avanzasse una proposta seria, dettasse le sue condizioni , indicasse quello che a suo parere potesse essere un Governo accettabile, che ponesse insomma le base per una discussione e che accettasse poi di affrontarla, questa discussione sino a che qualcosa di positivo ne uscisse. Giova a questo ricordare che, ove egli andasse a patti con Bersani per un governo,(magari senza Bersani, magari con altri nomi concordati con il PD ma comunqua con una proposta) avrebbe comunque la possibilità di staccare la spina a questo Governo nel momento che esso non dovesse rispettare le regole di ingaggio, e quindi non sarebbe un "inciucio" ma un modo di affrontare il problema serio e responsabile
Ma ho la netta sensazione che non lo farà, si è troppo innamorato del ruolo di "bambolina che dice no, no ,. no e no!! " oppure è consapevole che nei suoi "no" tutti i suoi seguaci del movimeno si riconoscono, mentre sui "si" si troverebbe di fronte ad una discussione che non saprebbe gestire.
Non lo so per certo . ma temo che questo Movimento scomparirà con la stessa rapidità con la quale è apparso, lasciandoci un velo di nostalgia e di tristezza per quello che avrebbe potuto essere e per una grande occasione perduta. peccato, ragazzi: ci mancherete....
mercoledì 27 febbraio 2013
BEPPE GRILLO E LA PISTOLA CARICA....
L'atteggiamento di Grillo che si permette di insultare Bersani, rappresentante dell'unica controparte con la quale puo' pensare di collaborare fattivamente per dare un Governo al Paese, è paragonabile a quello di un bambino di quattro anni che sta giocando con la pistola carica del padre che ha trovato in un cassetto.
Quale soluzione si propone questo signore? Gli si da atto di avere realizzato una impresa ciclopica ed incredibile : l'avere portato con pochissimi mezzi la protesta di milioni di persone a coalizzarsi e relizzarsi in un movimento capace di cambiare per sempre la scena politica italiana e forse europea. Ma adesso che la macchina è stata creata bisogna guidarla. Ora che i mezzi per cambiare la scena politica ci sono, bisogna adoperarli ed adoperarli bene
Grillo sembra avere una visione di se come Giudice in Parlamento con potere di vita e di morte su leggi ed emendamenti , o come un direttore d'orchestra con la bacchetta a dirigere i movimenti e le scelte del Parlamento . Ma perchè cio' accada bisogna che le Istituzioni Democratiche, piaccia o no, vengano realizzate. Che ci sia un Governo, formato e realizzato secondo i dettami della Costituzione, che ci siano Presidenti di camera e Senato e tutto il resto.
Le belle frasi su "mandare tutti a casa" eccetera sono state molto utili per raggiungere il risultato elettorale , ma adesso non servono piu' a niente: se non sarà in grado di raggiungere gli accordi necessari a formare un Governo stabile , niente orchestra da dirigere. Il suo potere, per poter fluire, per potere essere esercitato deve prima essere utilizzato per crearne le necessarie premesse
Stia molto attento Grillo, perchè come si dice, da grandi poteri derivano grandi responsabilità , e lui nonostante il suo attuale potere , con questo atteggiamento sta dimostrando di non avere il senso di responsabilità che i suoi elettori si attendevano da lui. Perchè lui ha voluto trovare tra spazio tra i giovani e coloro che usano il cervello, ma ora deve dare loro scelte giovani ed intelligenti e non i capricci di un vecchio astioso.
Del resto il suo atteggiamento ha già provocato le prime fratture nel movimento, a dimostrazione che quello che ha costruito non è una corazzata d'acciaio , ma un insieme eterogeneo e multiforme di persone , un animale vivo che ha bisogno di continuo nutrimento, un nutrimento fatto di idee, di maturità , di capacità di scelta, di versatilità che non significa piaggeria o servilismo ma significa capacità di affrontare le situazioni mano a mano che si presentano . Di quella capacità insomma di rinnovare e di creare un sogno che è stato ed è il suo motivo di esistere
Grillo si è dimostrato molto bravo a distruggere il vecchio sistema, ma stia bene attento, la vera bravura non è distruggere bensì costruire e se non saprà costruire presto e bene un sistema alternativo che funzioni, quello che ha distrutto risorgerà, rinascerà piu' forte e lo cancellerà per sempre
Attento Grillo, che una chiusura assoluta non provochi un governissimo PD-PDL che distrugga tutto e tutti perchè dalla responsabilità di questo nessuno potrebbe sottrarsi
Adesso Grillo non ha piu' paracadute, non ha piu' scuse, la posta è la piu' alta della storia della Repubblica e lui ha in mano gli assi....ma per vincere deve giocare, e per giocare, piaccia o no , ha bisogno anche di altri giocatori.... E di scelta dei giocatori non ce nè molta. Che fa , signor Grillo, lascia o raddoppia???
sabato 2 febbraio 2013
LA SCOMPARSA DEL TEMPO
Un ampio servizio nella rubrica " approfondimenti" del TG2 del 31 gennaio ha esposto con una elegante confezione il tema intorno al quale si erano sentite voci diverse e disomogenee, ovvero l'ampliamento dell'orario di apertura delle Banche . Di questa possibilità in realtà si discuteva da tempo, tanto che le premesse erano già state da tempo oggetto di confronto in sede di contratto collettivo e già da diversi anni di fatto i contratti di lavoro dei bancari prevedevano la possibilità di estendere il turno di lavoro sino oltre le 19,00 e di estendere l'orario dal lunedi al sabato . Salvo, naturalmente, un accordo di volta in volta con le organizzazioni sindacali, ma anche questa oggi appare mera formalità vista la necessità di adeguarsi al mercato per salvaguardare i posti di lavoro
Tuttavia le Banche sino ad oggi , per un specie di tacito patto di non aggressione , non avevano salvo rari casi esplorato questa possibilità ed il motivo è piu' che ovvio : una volta che la prima avesse cominciato , alle altre non sarebbe rimasta altra scelta che accodarsi , con le conseguenze che si possono facilmente immaginare. Ampliare l'estensione dell'orario di lavoro comporta significativi aumenti dei costi di gestione , ove si intenda mantenere la qualitò del servizio , ovvero ove non si intenda coprire i turni derivanti dal maggiore orario stiracchiando gli orari del personale esistente e riducendo al minimo le compresenze. E di aumenti dei costi non sembra avere bisogno nessuno.
il numero degli sportelli bancari in Italia è superiore alla media europea anche se questo si spiega soltanto in parte con la particolarità tutta italiana che ci vede attaccati al maneggio del contante ( di tutto il contante circolante in europa, circa la metà circola soltanto in Italia!) ma quali che ne siano le ragioni è chiaro che specialmente in un momento di contrazione del mercato, l'offerta di servizi bancari copre abbondantemente la richiesta.
Questo soltanto per dire che l'ampliamento dell'orario di lavoro porterà ad un aggravio di costi per le Banche a fronte di vantaggi risibili, perchè è fortemente dubbio che siano margini di profitto o anche solo di mercato ancora da esplorare . Insomma ci si troverà a lavorare di piu' per spartirsi sempre la medesima torta.
Ora, dal punto di vista dei lavoratori in generali questo comporta un possibile vantaggio ed uno svantaggio. Il possibile vantaggio è che aumentando l'arco delle ore da lavorare , alcune Banche potrebbero trovarsi costrette ad assumere e quindi ad aumentare l'occupazione . Non tutte naturalmente, perchè i maggiori gruppi italiani lamentano nel complesso un numero di esuberi che a seconda delle fonti varia tra le 20.000 e e le 35.000 unità ed in questo caso la maggiore occupazione si tradurrebbe eventualmente in minore numero di licenziamenti ma comunque un vantaggio per l'occupazione. semprechè, va detto, le banche in questa situazione non cerchino di approfittare della situazione e facendo leva sui problemi di conto economico traducano questo aumento della occupazione in un aumento della precarizzazione, del lavoro interinale e delle esternalizzazioni.
Lo svantaggio per i lavoratori bancari, come già lo è stato per i dipendenti del commercio con l'avvento della grande distribuzione sarà la modifica della loro possibilità di usufruire e programmare il proprio tempo libero, e quindi una sostanziale diminuzione della propria qualità della vita .
Ovviamente della diminuzione della qualità della vita dei bancari interessa poco al cittadino medio, che ha sempre visto nel bancario un privilegiato, tuttavia per la nostra Società questo è un ennesimo tassello che viene aggiunto alla costruzione di quel muro che si frappone tra la vita, intesa come percorso umano teso alla ricerca di una realizzazione personale se non alla felicità vera e propria, ed il concetto dell'essere umano come elemento produttivo, come soggetto anonimo voce di conto economico, piu' o meno come una formica utile soltanto sino a che strumentale al processo produttivo
Le ragioni che sono state prodotte nel servizio televisivo parlavano di maggiore servizio offerto ai cittadini, e veniva accostato all'ampliamento dei servizi postali e dei servizi sanitari. Il messaggio, porto con eleganza tipica del messaggio pubblicitario odierno, parlava della possibilità di avere una consulenza il sabato mattina, durante lo shopping, o di un versamento da poter fare all'ora dell'aperitivo, quasi che gli italiani sian un popolo composto di persone che passano le serate fuori casa tra un aperitivo ed un happy hour , preparandosi ad un sabato di spensierato shopping. A questo proposito sono stati intervistati compiacenti funzionari di Banca, evidentemente sposati con il proprio lavoro, che parlavano della bellezza di poter parlare con i Clienti lontano dalla ressa giornaliera. Tutte stupidaggini naturalmente: funzionari e direttori già oggi parlano con i Clienti di un certo livello agli orari che ad essi sono piu' congegnali o addirittura a casa loro , e nessuno fa carriera in Banca se non dimostra una disponibilità verso i clienti direttamente proporzionale all'ammontare del loro conti in banca .inoltre oggi si tende a fare uscire i Clienti dalle banche, mediante i servizi online, i pagamenti elettronici, la casa continua. Quando si parla di iniziativa tesa ad aumentare la produttività , quindi, in realtà si cerca di travisare il fatto questa ampliamento degli orari segue una logica che stiamo percorrendo in tutti i settori da anni e che tende ad indurre le persone ad una continua rincorsa del consumo a tutti i livelli. e sottilineo non della produzione ma del consumo, dell'acquisto a tutti i costi non importa di che cosa e di quale utilità. Se ci facciamo caso, la produzione di beni viene in misura sempre maggiore svalorizzata, delegata a paesi in via di sviluppo ove la manodopera costa poco, delocalizzata e diviene progressivamente secondaria rispetto al consumo. Dilagano i centri commerciali non le fabbriche.
il liberismo che ha guidato e guida questo tipo di scelte ha prodotto una economia che porta tutti gli individui a lavorare sempre di piu' con una qualità della vita, stipendio e orari sempre piu' bassi, ricercando una compensazione nell'acquisto compulsivi di un sempre maggiore numero di beni di sempre piu' scarsa qualità e durata in un vortice di consumi che alimentano i consumi.
La grande distribuzione ha ampliato gli orari per colmare ogni momento del possibile tempo da dedicare agli acquisti. Come effetto collaterale , ma neanche tanto, questo ha portato alla scomparsa dei piccoli negozi indifesi di fronte alla offerta di orario cosi' ampio che non puo' essere adottato da una piccola impresa perchè non ne ha i mezzi, e di conseguenza anche alla scomparsa della qualità: ogni piccolo negozio che chiude porta con se una fetta di storia, un pezzetto di umanità e di contatti sociali, porta con se la scomparsa di professionalità e di esperienze, di mestieri, di possibilità di confronto. Come effetto principale invece, la possibilità di comerare ad ogni momento della giornata e della settimana ha insegnato ai consumatori l'inutilità di programmare gli acquisti perchè tanto "è sempre aperto" . Ma è provato che andare a fare la spesa senza una lista delle cose da comperare in un luogo dove l'offerta è enorme e martellante induce ad acquistare molto di piu' di quello che serve. Questo aumenta il consumo anche inutile e sommato alla scarsa remunerazione del personale di vendita ed alla qualità dei prodotti produce un enorme arricchimento di chi sta in cima alla piramide della grande distribuzione. Ricchezza prodotta a spese della nostra qualità della vita
Come ciliegina sulla torta aumentiamo anche gli orari delle banche in modo da produrre la possibilità anche di maggiore indebitamento. Produciamo un mondo nel quale è possibile consumare tutto e di tutto in ogni miniuo della esistenza
il mondo diventa una grande mammella dalla quale il neonato che è in noi puo' suggere a volontà per compensare cio' che gli manca e non a caso nei Paesi maggiormente capitalizzati, come gli Stati Uniti l'obesità è appannaggio dei poveri , dei frustrati e delle fasce piu' deboli .
In sintesi , la abolizione delle pause, la creazione di posti di lavoro senza piu' orari definiti, senza un giorno di riposo uguale per tutti che ci consenta o anche ci obblighi a fermarci crea il paradosso che ci sottrae il nostro tempo. Tutto il nostro tempo viene dedicato a lavorare e consumare. iIl tempo per noi è scomparso e di questa scomparsa del tempo siamo noi i primi complici, noi che ci siamo lasciati allettare dalla possibilità di avere materialmente tanto, materialmente tutto ed ora , con il nostro tutto, abbiamo perso noi stessi e non abbiamo piu' niente
Tuttavia le Banche sino ad oggi , per un specie di tacito patto di non aggressione , non avevano salvo rari casi esplorato questa possibilità ed il motivo è piu' che ovvio : una volta che la prima avesse cominciato , alle altre non sarebbe rimasta altra scelta che accodarsi , con le conseguenze che si possono facilmente immaginare. Ampliare l'estensione dell'orario di lavoro comporta significativi aumenti dei costi di gestione , ove si intenda mantenere la qualitò del servizio , ovvero ove non si intenda coprire i turni derivanti dal maggiore orario stiracchiando gli orari del personale esistente e riducendo al minimo le compresenze. E di aumenti dei costi non sembra avere bisogno nessuno.
il numero degli sportelli bancari in Italia è superiore alla media europea anche se questo si spiega soltanto in parte con la particolarità tutta italiana che ci vede attaccati al maneggio del contante ( di tutto il contante circolante in europa, circa la metà circola soltanto in Italia!) ma quali che ne siano le ragioni è chiaro che specialmente in un momento di contrazione del mercato, l'offerta di servizi bancari copre abbondantemente la richiesta.
Questo soltanto per dire che l'ampliamento dell'orario di lavoro porterà ad un aggravio di costi per le Banche a fronte di vantaggi risibili, perchè è fortemente dubbio che siano margini di profitto o anche solo di mercato ancora da esplorare . Insomma ci si troverà a lavorare di piu' per spartirsi sempre la medesima torta.
Ora, dal punto di vista dei lavoratori in generali questo comporta un possibile vantaggio ed uno svantaggio. Il possibile vantaggio è che aumentando l'arco delle ore da lavorare , alcune Banche potrebbero trovarsi costrette ad assumere e quindi ad aumentare l'occupazione . Non tutte naturalmente, perchè i maggiori gruppi italiani lamentano nel complesso un numero di esuberi che a seconda delle fonti varia tra le 20.000 e e le 35.000 unità ed in questo caso la maggiore occupazione si tradurrebbe eventualmente in minore numero di licenziamenti ma comunque un vantaggio per l'occupazione. semprechè, va detto, le banche in questa situazione non cerchino di approfittare della situazione e facendo leva sui problemi di conto economico traducano questo aumento della occupazione in un aumento della precarizzazione, del lavoro interinale e delle esternalizzazioni.
Lo svantaggio per i lavoratori bancari, come già lo è stato per i dipendenti del commercio con l'avvento della grande distribuzione sarà la modifica della loro possibilità di usufruire e programmare il proprio tempo libero, e quindi una sostanziale diminuzione della propria qualità della vita .
Ovviamente della diminuzione della qualità della vita dei bancari interessa poco al cittadino medio, che ha sempre visto nel bancario un privilegiato, tuttavia per la nostra Società questo è un ennesimo tassello che viene aggiunto alla costruzione di quel muro che si frappone tra la vita, intesa come percorso umano teso alla ricerca di una realizzazione personale se non alla felicità vera e propria, ed il concetto dell'essere umano come elemento produttivo, come soggetto anonimo voce di conto economico, piu' o meno come una formica utile soltanto sino a che strumentale al processo produttivo
Le ragioni che sono state prodotte nel servizio televisivo parlavano di maggiore servizio offerto ai cittadini, e veniva accostato all'ampliamento dei servizi postali e dei servizi sanitari. Il messaggio, porto con eleganza tipica del messaggio pubblicitario odierno, parlava della possibilità di avere una consulenza il sabato mattina, durante lo shopping, o di un versamento da poter fare all'ora dell'aperitivo, quasi che gli italiani sian un popolo composto di persone che passano le serate fuori casa tra un aperitivo ed un happy hour , preparandosi ad un sabato di spensierato shopping. A questo proposito sono stati intervistati compiacenti funzionari di Banca, evidentemente sposati con il proprio lavoro, che parlavano della bellezza di poter parlare con i Clienti lontano dalla ressa giornaliera. Tutte stupidaggini naturalmente: funzionari e direttori già oggi parlano con i Clienti di un certo livello agli orari che ad essi sono piu' congegnali o addirittura a casa loro , e nessuno fa carriera in Banca se non dimostra una disponibilità verso i clienti direttamente proporzionale all'ammontare del loro conti in banca .inoltre oggi si tende a fare uscire i Clienti dalle banche, mediante i servizi online, i pagamenti elettronici, la casa continua. Quando si parla di iniziativa tesa ad aumentare la produttività , quindi, in realtà si cerca di travisare il fatto questa ampliamento degli orari segue una logica che stiamo percorrendo in tutti i settori da anni e che tende ad indurre le persone ad una continua rincorsa del consumo a tutti i livelli. e sottilineo non della produzione ma del consumo, dell'acquisto a tutti i costi non importa di che cosa e di quale utilità. Se ci facciamo caso, la produzione di beni viene in misura sempre maggiore svalorizzata, delegata a paesi in via di sviluppo ove la manodopera costa poco, delocalizzata e diviene progressivamente secondaria rispetto al consumo. Dilagano i centri commerciali non le fabbriche.
il liberismo che ha guidato e guida questo tipo di scelte ha prodotto una economia che porta tutti gli individui a lavorare sempre di piu' con una qualità della vita, stipendio e orari sempre piu' bassi, ricercando una compensazione nell'acquisto compulsivi di un sempre maggiore numero di beni di sempre piu' scarsa qualità e durata in un vortice di consumi che alimentano i consumi.
La grande distribuzione ha ampliato gli orari per colmare ogni momento del possibile tempo da dedicare agli acquisti. Come effetto collaterale , ma neanche tanto, questo ha portato alla scomparsa dei piccoli negozi indifesi di fronte alla offerta di orario cosi' ampio che non puo' essere adottato da una piccola impresa perchè non ne ha i mezzi, e di conseguenza anche alla scomparsa della qualità: ogni piccolo negozio che chiude porta con se una fetta di storia, un pezzetto di umanità e di contatti sociali, porta con se la scomparsa di professionalità e di esperienze, di mestieri, di possibilità di confronto. Come effetto principale invece, la possibilità di comerare ad ogni momento della giornata e della settimana ha insegnato ai consumatori l'inutilità di programmare gli acquisti perchè tanto "è sempre aperto" . Ma è provato che andare a fare la spesa senza una lista delle cose da comperare in un luogo dove l'offerta è enorme e martellante induce ad acquistare molto di piu' di quello che serve. Questo aumenta il consumo anche inutile e sommato alla scarsa remunerazione del personale di vendita ed alla qualità dei prodotti produce un enorme arricchimento di chi sta in cima alla piramide della grande distribuzione. Ricchezza prodotta a spese della nostra qualità della vita
Come ciliegina sulla torta aumentiamo anche gli orari delle banche in modo da produrre la possibilità anche di maggiore indebitamento. Produciamo un mondo nel quale è possibile consumare tutto e di tutto in ogni miniuo della esistenza
il mondo diventa una grande mammella dalla quale il neonato che è in noi puo' suggere a volontà per compensare cio' che gli manca e non a caso nei Paesi maggiormente capitalizzati, come gli Stati Uniti l'obesità è appannaggio dei poveri , dei frustrati e delle fasce piu' deboli .
In sintesi , la abolizione delle pause, la creazione di posti di lavoro senza piu' orari definiti, senza un giorno di riposo uguale per tutti che ci consenta o anche ci obblighi a fermarci crea il paradosso che ci sottrae il nostro tempo. Tutto il nostro tempo viene dedicato a lavorare e consumare. iIl tempo per noi è scomparso e di questa scomparsa del tempo siamo noi i primi complici, noi che ci siamo lasciati allettare dalla possibilità di avere materialmente tanto, materialmente tutto ed ora , con il nostro tutto, abbiamo perso noi stessi e non abbiamo piu' niente
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