Un ampio servizio nella rubrica " approfondimenti" del TG2 del 31 gennaio ha esposto con una elegante confezione il tema intorno al quale si erano sentite voci diverse e disomogenee, ovvero l'ampliamento dell'orario di apertura delle Banche . Di questa possibilità in realtà si discuteva da tempo, tanto che le premesse erano già state da tempo oggetto di confronto in sede di contratto collettivo e già da diversi anni di fatto i contratti di lavoro dei bancari prevedevano la possibilità di estendere il turno di lavoro sino oltre le 19,00 e di estendere l'orario dal lunedi al sabato . Salvo, naturalmente, un accordo di volta in volta con le organizzazioni sindacali, ma anche questa oggi appare mera formalità vista la necessità di adeguarsi al mercato per salvaguardare i posti di lavoro
Tuttavia le Banche sino ad oggi , per un specie di tacito patto di non aggressione , non avevano salvo rari casi esplorato questa possibilità ed il motivo è piu' che ovvio : una volta che la prima avesse cominciato , alle altre non sarebbe rimasta altra scelta che accodarsi , con le conseguenze che si possono facilmente immaginare. Ampliare l'estensione dell'orario di lavoro comporta significativi aumenti dei costi di gestione , ove si intenda mantenere la qualitò del servizio , ovvero ove non si intenda coprire i turni derivanti dal maggiore orario stiracchiando gli orari del personale esistente e riducendo al minimo le compresenze. E di aumenti dei costi non sembra avere bisogno nessuno.
il numero degli sportelli bancari in Italia è superiore alla media europea anche se questo si spiega soltanto in parte con la particolarità tutta italiana che ci vede attaccati al maneggio del contante ( di tutto il contante circolante in europa, circa la metà circola soltanto in Italia!) ma quali che ne siano le ragioni è chiaro che specialmente in un momento di contrazione del mercato, l'offerta di servizi bancari copre abbondantemente la richiesta.
Questo soltanto per dire che l'ampliamento dell'orario di lavoro porterà ad un aggravio di costi per le Banche a fronte di vantaggi risibili, perchè è fortemente dubbio che siano margini di profitto o anche solo di mercato ancora da esplorare . Insomma ci si troverà a lavorare di piu' per spartirsi sempre la medesima torta.
Ora, dal punto di vista dei lavoratori in generali questo comporta un possibile vantaggio ed uno svantaggio. Il possibile vantaggio è che aumentando l'arco delle ore da lavorare , alcune Banche potrebbero trovarsi costrette ad assumere e quindi ad aumentare l'occupazione . Non tutte naturalmente, perchè i maggiori gruppi italiani lamentano nel complesso un numero di esuberi che a seconda delle fonti varia tra le 20.000 e e le 35.000 unità ed in questo caso la maggiore occupazione si tradurrebbe eventualmente in minore numero di licenziamenti ma comunque un vantaggio per l'occupazione. semprechè, va detto, le banche in questa situazione non cerchino di approfittare della situazione e facendo leva sui problemi di conto economico traducano questo aumento della occupazione in un aumento della precarizzazione, del lavoro interinale e delle esternalizzazioni.
Lo svantaggio per i lavoratori bancari, come già lo è stato per i dipendenti del commercio con l'avvento della grande distribuzione sarà la modifica della loro possibilità di usufruire e programmare il proprio tempo libero, e quindi una sostanziale diminuzione della propria qualità della vita .
Ovviamente della diminuzione della qualità della vita dei bancari interessa poco al cittadino medio, che ha sempre visto nel bancario un privilegiato, tuttavia per la nostra Società questo è un ennesimo tassello che viene aggiunto alla costruzione di quel muro che si frappone tra la vita, intesa come percorso umano teso alla ricerca di una realizzazione personale se non alla felicità vera e propria, ed il concetto dell'essere umano come elemento produttivo, come soggetto anonimo voce di conto economico, piu' o meno come una formica utile soltanto sino a che strumentale al processo produttivo
Le ragioni che sono state prodotte nel servizio televisivo parlavano di maggiore servizio offerto ai cittadini, e veniva accostato all'ampliamento dei servizi postali e dei servizi sanitari. Il messaggio, porto con eleganza tipica del messaggio pubblicitario odierno, parlava della possibilità di avere una consulenza il sabato mattina, durante lo shopping, o di un versamento da poter fare all'ora dell'aperitivo, quasi che gli italiani sian un popolo composto di persone che passano le serate fuori casa tra un aperitivo ed un happy hour , preparandosi ad un sabato di spensierato shopping. A questo proposito sono stati intervistati compiacenti funzionari di Banca, evidentemente sposati con il proprio lavoro, che parlavano della bellezza di poter parlare con i Clienti lontano dalla ressa giornaliera. Tutte stupidaggini naturalmente: funzionari e direttori già oggi parlano con i Clienti di un certo livello agli orari che ad essi sono piu' congegnali o addirittura a casa loro , e nessuno fa carriera in Banca se non dimostra una disponibilità verso i clienti direttamente proporzionale all'ammontare del loro conti in banca .inoltre oggi si tende a fare uscire i Clienti dalle banche, mediante i servizi online, i pagamenti elettronici, la casa continua. Quando si parla di iniziativa tesa ad aumentare la produttività , quindi, in realtà si cerca di travisare il fatto questa ampliamento degli orari segue una logica che stiamo percorrendo in tutti i settori da anni e che tende ad indurre le persone ad una continua rincorsa del consumo a tutti i livelli. e sottilineo non della produzione ma del consumo, dell'acquisto a tutti i costi non importa di che cosa e di quale utilità. Se ci facciamo caso, la produzione di beni viene in misura sempre maggiore svalorizzata, delegata a paesi in via di sviluppo ove la manodopera costa poco, delocalizzata e diviene progressivamente secondaria rispetto al consumo. Dilagano i centri commerciali non le fabbriche.
il liberismo che ha guidato e guida questo tipo di scelte ha prodotto una economia che porta tutti gli individui a lavorare sempre di piu' con una qualità della vita, stipendio e orari sempre piu' bassi, ricercando una compensazione nell'acquisto compulsivi di un sempre maggiore numero di beni di sempre piu' scarsa qualità e durata in un vortice di consumi che alimentano i consumi.
La grande distribuzione ha ampliato gli orari per colmare ogni momento del possibile tempo da dedicare agli acquisti. Come effetto collaterale , ma neanche tanto, questo ha portato alla scomparsa dei piccoli negozi indifesi di fronte alla offerta di orario cosi' ampio che non puo' essere adottato da una piccola impresa perchè non ne ha i mezzi, e di conseguenza anche alla scomparsa della qualità: ogni piccolo negozio che chiude porta con se una fetta di storia, un pezzetto di umanità e di contatti sociali, porta con se la scomparsa di professionalità e di esperienze, di mestieri, di possibilità di confronto. Come effetto principale invece, la possibilità di comerare ad ogni momento della giornata e della settimana ha insegnato ai consumatori l'inutilità di programmare gli acquisti perchè tanto "è sempre aperto" . Ma è provato che andare a fare la spesa senza una lista delle cose da comperare in un luogo dove l'offerta è enorme e martellante induce ad acquistare molto di piu' di quello che serve. Questo aumenta il consumo anche inutile e sommato alla scarsa remunerazione del personale di vendita ed alla qualità dei prodotti produce un enorme arricchimento di chi sta in cima alla piramide della grande distribuzione. Ricchezza prodotta a spese della nostra qualità della vita
Come ciliegina sulla torta aumentiamo anche gli orari delle banche in modo da produrre la possibilità anche di maggiore indebitamento. Produciamo un mondo nel quale è possibile consumare tutto e di tutto in ogni miniuo della esistenza
il mondo diventa una grande mammella dalla quale il neonato che è in noi puo' suggere a volontà per compensare cio' che gli manca e non a caso nei Paesi maggiormente capitalizzati, come gli Stati Uniti l'obesità è appannaggio dei poveri , dei frustrati e delle fasce piu' deboli .
In sintesi , la abolizione delle pause, la creazione di posti di lavoro senza piu' orari definiti, senza un giorno di riposo uguale per tutti che ci consenta o anche ci obblighi a fermarci crea il paradosso che ci sottrae il nostro tempo. Tutto il nostro tempo viene dedicato a lavorare e consumare. iIl tempo per noi è scomparso e di questa scomparsa del tempo siamo noi i primi complici, noi che ci siamo lasciati allettare dalla possibilità di avere materialmente tanto, materialmente tutto ed ora , con il nostro tutto, abbiamo perso noi stessi e non abbiamo piu' niente
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