L’altro giorno, leggendo un articolo su un giornale, ho trovato una riflessione sulle varie forme di Governo che esistono nei Paesi del mondo, e da questa ho appreso che l’Iran è una Repubblica. E’ una cosa sulla quale è raro fermarsi a riflettere : l’Iran per quanto ne sappiamo è una nazione dove vige un regime estremamente autoritario, e noi siamo soliti associare tale tipo di regime ad una monarchia, o semplicemente ad una dittatura. Invece l’Iran è una Repubblica islamica, ovvero una repubblica nella quale esiste un parlamento, anche se questo è subordinato al clero sciita, che in questo caso è la componente religiosa maggiormente conservatrice o , se vogliamo, fondamentalista .
L’esistenza di nazioni ove il clero ha un potere temporale così' forte di norma provoca nel mondo occidentale molte discussioni , con paragoni al nostro medioevo, ed arriva a giustificare significative perplessità nei confronti del mondo islamico tout court. Infatti, nel sentire comune, il fondamentalismo religioso viene associato a comportamenti estremi di ogni genere. L’Iran, in questo caso, è soltanto un esempio per ragionare su come le cose possano essere molto diverse da come vengono classificate: una nazione sulla carta è una Repubblica , nella realtà dei fatti probabilmente è una teocrazia, e la Storia ci insegna che il potere temporale esercitato dai religiosi può' scivolare in estremismi dettato da una interpretazione troppo letterale delle Sacre Scritture.
Certamente , una persona che ha abbracciato la carriera religiosa, potrebbe avere delle difficoltà a mediare tra la volontà del suo Dio, tra l’altro tramandata da scritture e profezie interpretate da esseri umani,e quindi suscettibile di alterazioni, esagerazioni ed estremismi e quelle che possono essere le debolezze umane. Senza fare troppa filosofia, pensiamo al fondamentalismo islamico, dal quale la maggior parte dei musulmani si dissociano, ma anche al fondamentalismo cristiano che ha prodotto le Crociate e la Santa Inquisizione, la Caccia alle streghe eccetera. Nel mondo occidentale insomma, viene considerata una conquista moderna la separazione tra il potere spirituale ed il potere temporale. In Italia la fine del potere temporale dei papi ha una data convenzionale ,il 20 settembre 1870 le presa di Roma (Breccia di Porta Pia) ma purtroppo è ben chiaro che la influenza della Chiesa sulla vita politica italiana non è mai cessata ed in alcuni periodi storici ritorna maggiormente acuta.
La Chiesa si trova spesso , specie negli ultimi anni, a venire criticata (e non sempre a torto) per interventi che tendono ad influenzare la vita politica italiana. In particolare su temi che riguardano l’etica ma non sempre e non solo. Non ci dimentichiamo l’espressione del primo dopo guerra, che tendeva a scoraggiare i cattolici dal votare comunista "nel segreto della cabina elettorale Dio ti vede e Stalin no" gli interventi per cosi’ dire "terreni" degli esponenti della Chiesa negli anni si sono moltiplicati .Dal caso Ruby, per esempio alle politiche del lavoro , dal testamento biologico alla immigrazione.
Eppure non sempre è facile conciliare gli interventi politici della Chiesa con l’insegnamento cristiano cosi’ come lo apprendiamo dai Vangeli, la cui frase riassuntiva principe è "date a Dio quello che è di Dio e date a Cesare quello che è di Cesare .
Infatti, questa frase non puo’ essere interpretata solo come un invito a pagare le tasse, ma sicuramente come un invito a distinguere le questioni materiali dai problemi di coscienza- E’ chiaro che un Ente di alto valore morale si ritenga legittimato a richiedere ai politici moralità e rispetto dell’etica, ma non credo sia legittimo che la Chiesa cerchi di intervenire sulla produzione normativa- Infatti, per un Cristiano praticante devrebbe essere ininfluente che la Legge permetta o no l’aborto, l’eutanasia eccetera perchè lui queste cose non lo farebbe mai per rispetto alla Legge di Dio , non a quella degli uomini
Allo stesso modo, che valore avrebbe di fronte a Dio l’astenersi da compiere una azione se questo non è dovuto alla esistenza di una coscienza cristiana ma solo ad una proibizione di Legge? E che ne è poi del liberi arbitrio? La impressione è che in questi interventi, talora a gamba tesa, di alti prelati della Chiesa su questioni politiche, sia pure che coinvolgono temi etici, sia strumentale a ribadire e rimarcare un certo potere temporale della Chiesa piuttosto che a produrre una coscienza crisitana. Di piu’, va ribadito che la coscienza deve essere pura per pensieri, parole, opere ed omissioni. Non solo nelle azioni per per rispetto alla Legge dell’uomo. Nel nostro piccolo angolo di mondo abbiam un esempio di questo nelle parole di Monsignor Crepaldi a Trieste , pubblicate sul sito internet della diocesi e i riprese dai quotidiani " la Chiesa ha sempre insegnato che non è lecito al cristiano appoggiare partiti che su questioni etiche fondamentali hanno espresso posizioni contrarie all’insegnamento morale e sociale della Chiesa. L’amministrazione di una città è senz’altro indipendente dal piano ecclesiastico della religione, ma non lo è dall’etica, ossia dai principi morali legati al bene della persona e della comunità, e che la fede cristiana ha contribuito a far scoprire e contribuisce oggi a conservare" .
Io personalmente mi chiedo se Gesu’ Cristo, nelle sue predicazioni, si fosse mai occupato di partiti politici. Se si dedicasse alla analisi dei programmi di Partito per indicare a ciascuno chi votare e chi no. Ritengo invece che , sebbene nella analisi delle parole si ritrovi un monito di carattere etico, nel complesso si tratti di una ingerenza nella vita politica difficilmente giustificabile con il solo spirito cristiano. E’ infatti difficile dimenticare che questa frase è stata resa pubblica a ridosso di una scadenza elettorale, ed è difficile pensare che non vi sia in questo una volontà di influire sul voto .
Anche perchè la frase non dice ad esempio che "non è lecito per un cristiano appoggiare un partito che non rispetti l’etica cristiana in tutte le sue parti" cosa che farebbe pensare ad un invito al rispetto dell’etica cristiana e ad un modo crisitiano di vivere anche la politica in sieme a tutte le cose della vita ma proprio "non è lecito al cristiano appoggiare partiti che su questioni etiche fondamentali hanno espresso posizioni contrarie all’insegnamento morale e sociale della Chiesa" il che significa che non sarebbe lecito appoggiare un partito che ha espresso pareri sul testamento biologico pareri difformi dalla Chiesa , ma sarebbe invece lecito appoggiare un partito che sulle questioni etiche ha espresso posizioni conformi all’insegnamento morale e sociale della Chiesa anche se alla sua guida vi è un personaggio che compie atti impuri, anche su minorenni, che corrompe le donne e compra gli uomini, che bestemmia sia pure in modo contestualizzato e che probabilmente dei dieci comandamenti ha rispettato solo il quinto ? O ancora un partito che si dichiara d’accordo con la Chiesa su aborto e testamento biologico e poi predica l’odio razziale e la emarginazione dei derelitti ? Perchè questa specificazione cosi’ precisa su quali partiti è lecito votare e quali no sulla base solo di alcune scelte di etica e non di altre? E le scelte di etica di alcuni partiti sono dettati da spirito cristiano o da calcolo politico? e quale valore morale avrebbero in quest’ultimo caso? Se dovessimo analizzare tutto l’operato di tutti i partiti , credo che ad un cristiano la Chiesa dovrebbe semplicemente vietare di votare. E qui ancora una volta: dove se ne va il libero arbitrio? L’impressione è naturalmente quella di una presa di posizione politica ben precisa da parte della Chiesa , cosa che stride con la sua missione nel mondo. In ultima analisi, mi sembra che questa dichiarazione difetti di spirito cristiano in senso stretto, e che piuttosto rimandi in modo molto materiale alla dottrina della Chiesa il che appare come un paradosso sul quale sarebbe bene che tutti, cattolici e non , facessero una bella riflessione
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