Gorizia, dignitosa e paziente. Gorizia di cui nella memoria del viaggiatore distratto, rimangono piu' facilmente le paciose ville in stile liberty ed i loro giardini all'italiana del centro, attorniati da siepi di bosso ritagliate con severo puntiglio, che i palazzi cinque-secenteschi delle vie attigue al Castello. Gorizia dei polverosi monumenti ai caduti della grande guerra. Gorizia noiosa e solenne, con i giardini pubblici nei quali severi lampioni asburgici si levano ai bordi di spiazzi di ghiaino fine accuratamente rastrellato. Gorizia delle scuole superiori e delle caserme, del vescovado e del Seminario. Gorizia abitata da militari ormai in pensione, Gorizia dalle panetterie ancora con i banconi di legno dietro i quali si muovono commesse con camice e cuffietta,....... Una volta l'anno si trasforma
Non c'è altro posto nel quale si possa immaginare ambientazione migliore per la manifestazione Gusti di Frontiera, momento di incontro magico tra le culture di tutta Europa ed anche oltre. Gorizia, divisa da sempre tra le sue anime italiana e slovena, con l'incombente ricordo del suo passato asburgico, attraversata da sempre da migrazioni è un posto dove ciascuno puo' sentirsi a casa. In questi pochi giorni, Gorizia infatti si riscuote dal torpore dell'isolamento nel quale è rimasta sprofondata per i troppi anni nei quali le vicende politiche l'hanno trasformata nella Fortezza Bastiani del Deserto dei Tartari dI Buzzati.
E come un anziana zia, che all'arrivo dei nipotini riesce a trovare l'energia per staccarsi dalla sedia a dondolo ed accendere il fuoco per cuocervi i biscotti, riscopre la sua anima di crocevia, di luogo di passaggio come se per un attimo si fossero riaperti i percorsi carovanieri tra est e ovest , ed i mercanti in transito si fermassero un momento per un mercato improvvisato che rompe le geometrie statiche di una citta addormentata, ne rompe gli schemi e gli usuali silenzi, e la trasforma in caravanserraglio, luogo di incontro e di celebrazione della gioia dell'incontro. Danze moderne e tribali, musiche moderne e tradizionali si fondono tra i densi fumi delle cucine balcaniche , i fuochi di legna su cui arrostiscono i quarti di manzo dell'asado argentino le bancarelle di dolciumi e le ragazze ungheresi che preparano instancabili il Kurtoskalacs facendo rotolare cilindri di legno sulle braci per fare caramellare lo zucchero sparso sulle strisce di pasta arrotolate . Le bande di ottoni dell'est europeo fanno a gara con le chitarre elettriche dei gruppi rocke metal, che a loro modo evocano anch'essi nei ritmi e nei suoni un qualcosa di tribale e di atavico. Brillano le luci delle discoteche improvvisate, ma in molti luoghi è ancora la magica luce del fuoco che restituisce i contorni di visi rubizzi e scintilla negli occhi e nei bicchieri di vino. E' il fuoco dei braceri , ove girano sugli spiedi interi maialini da latte, che si riflette negli occhi dei cucinieri, uomini grandi come rinoceronti, dalle mani sapienti e delicate, e donne con il fazzoletto per nascondere i capelli sui cui visi severi spunta un ruvido sorriso buono...... è il fuoco delle candele infilate nei bicchieri ed appoggiate sulle botti di legno che fungono da tavoli nei vicoli e nelle piccole piazze della città vecchia. .E' la fiamma delle lampade appoggiate sui tavoli che, solo per questa notte, ingombrano i vicoli per ospitare la festa di Gusti di Frontiera
Gorizia si anima nelle vie e nelle piazze, si trasforma e diventa una città onirica ed astratta . Nessun evento appare sproporzionato, concerti , giocolieri ed una folla straboccante ....il chiassoso capannone dei cibi sudamericani vibra di musica brasiliana, di ritmi cubani ...un argentino grida per richiamare i visitatori ad assaggiare il suo asado, e dichiara che da domani, quando la festa sarà finita, grande sarà il Suo dolore perchè gli mancheremo. I serbi, dal viso brutale e dai modi gentili cucinano montagne di cevapcici e pleskavice tra nembi di fumo vaporoso. I francesi dall'aria severa, con i loro fazzoletti al collo colano formaggio su ogni cosa, mentre gli spagnoli dai denti bianchissimi preparano la Paella in pentole cosi' larghe che non passerebbero da un cancello di casa.
E un fiume in piena, quello della gente che esplora questo nuovo , fantastico effimero mondo.
Famiglie, mamme con i passeggini, compagnie di ragazzi vestiti tutti uguali per un folle addio al celibato, ragazze elegantissime mescolate a compagnie di motociclisti vestiti di pelle. Gruppi di adolescenti rumorose che sgomitano ridacchiando per infilarsi dappertutto, anziani dall'aria stupefatta e disorientata. Uomini donne e bambini di tutte le età e dalle origini piu' disparate, e tanti, tanti giovani, allegri ridenti, ragazze esili che portano bicchieri di birra piu grandi di loro, bambine riunite in cerchio che cercano di far volare una mongolfiera appena acquistata e che vola grazie ad un minuscolo fornello che il loro babbo tenta di accendere con il suo accendino.... E poi ragazze che sorridono timidamente dai chioschi che portano il messaggi pubblicitario dei casino' della Slovenia o di qualche località turistica dell'Austria, una bambina di forse dodici anni con un camice bianco ed un berretto bianco in testa da cui esce una biondissima coda di cavallo cerca di attirare i visitatori al chiosco dove la sua famiglia attizza il braciere di una griglia...e poi ad un tratto, solo girando un angolo, il fragore cessa di colpo...ed in questo mondo fantastico...nelle sue vie piu' nascoste , un ulteriore incanto si compie. Antichi negozi e locali chiusi da tempo , ritrovano vita per una notte. Riaperte le saracinesche arrugginite, riaperti portoni logori e polverosi, ospitano tavoli in legno sui quali si posano candele accese, bicchieri di vino , una vecchia ferramenta rivive per pochi giorni come enoteca, dai cassetti in legno in cui venivano riposte le viti ed i cardini da vendere, emergono i colli di bottiglie pregiate...e poi ancora altri portoni chiusi da tempo si aprono e si scoprono cortili nascosti
Si riscoprono angoli dimenticati o mai conosciuti come fantasmi.
Una strada di fantasmi,… di piccoli fantasmi furtivi che sussurravano nella notte. Fantasmi di bambini che giocavano, fantasmi di tricicli rovesciati e di trenini sparpagliati nella polvere. Fantasmi di brave donne di casa riunite a raccontarsi gli ultimi fatti del giorno. Fantasmi di saluti gridati da una casa all'altra. Fantasmi di caminetti accesi e di comignoli fumanti in una notte d'inverno. ( c.to Clifford Simak, City)
Emerge il ricordo di una Gorizia che è stata, e che ancora in qualche modo sopravvive nei nostri ricordi. E' un viaggio nella memoria, senza tristezza, che evoca una dolce, piacevole nostalgia.
Un portone aperto, un vialetto tra i vecchi muri approda ad una vecchia osteria, con il bancone di legno, che ormai non esiste piu' ma che solo per stanotte sarà ancora qui . Oltre il bancone una scala si arrampica sino ad un cortile sospeso tra i tetti, un luogo magico, mattoni rossi e pietre bianche, una magnolia ed una palma, muretti e scalini. Pochi tavolini, ci sono anche qui le candele. Servono goulash o minestrone, vino di casa e pochi affettati. Un gruppo di cinque elementi, su un palco improvvisato sotto un ombrellone, suona una musica dolce....., la gente respira appena, rapita, raccolta, attenta. Ci vogliono diverse canzoni per comprendere che queste dolci parole non sono straniere, è un gruppo friulano che mette in musica delle poesie. Il frastuono adesso è lontano, il vento leggero. Sopra di noi , le stelle, Ed una piccola mongolfiera, gialla, sospinta da un minuscolo fornello acceso nella vicina piazza da un gruppo di bambine e dal loro papà, ondeggia, si innalza, sparisce...stella tra le stelle. C'è la musica, c'è il vino........ Gusti di Frontiera è anche questo. Buona notte....