lunedì 2 gennaio 2012
DECRETO SALVA ITALIA? MA.......QUALE ITALIA?
La domanda che sorge legittima, o dovrebbe sorgere da parte di quella stragrande maggioranza di Italiani che saranno vittima, è proprio il caso di dirlo, delle manovre del governo Monti, è proprio questa: Quale Italia verrà salvata dal decreto Salvaitalia , ovvero quale modello di Italia stiamo cercando si salvare? Quale modello di vita , quale Società uscirà dal bagno di sangue di sacrifici al quale sembriamo essere destinati?
Quando è risultato chiaro che Berlusconi , con le sue fiabe da imbonitore , non era in grado di gestire la gravissima situazione economica in cui si trovava l'Italia, nella ormai collaudata e consumata tradizione italica della logica dell'emergenza, si è freneticamente cercato qualcuno a cui dare carta bianca purchè risolvesse la situazione. Un deux ex machina, che risolvesse rapidamente tutti i problemi e che ci assolvesse dalle imminenti tragiche conseguenze dall'atavico peccato troppo italiano di fare politica, votando frettolosamente di pancia per avere poi una scusa buona per lamentarsi del Governo.
Tuttavia, l'illusione che questo algido professore potesse fare il miracolo di salvare tutto e tutti in modo indolore è tramontata presto, e quelli che pensavano che l'importante fosse di disfarsi di Berlusconi, a qualunque costo, certi che una volto tolto di mezzo lui una specie di miracolo italiano avesse risollevato immediatamente le sorti del Paese, sono rimasti presto delusi e sconcertati, perché è apparso subito evidente che quando la nave sta affondando non basta cambiare capitano per rimetterla a galla. Ci vuole fatica ed un duro lavoro.
Per fare questo lavoro , dunque, ci siamo dati un nuovo capitano, che sembrava il mago buono delle favole, serio , calmo , dignitoso e sereno, competente e persino simpatico, sia pure nel suo modo contegnoso. Ma il sogno è durato poco
Capitan Monti avrebbe dovuto essere il "tecnico" che avrebbe preso in mano le sorti dell'economia, per dare quella svolta necessaria ad uscire dal pantano economico ove eravamo precipitati.
Ma presto è divenuto evidente che un tecnico puro non può' fare il capo del Governo, non in Italia almeno.
Innanzitutto bisogna dire che un tecnico puro, intervenendo in una Azienda in crisi finanziaria, (paragonando per un attimo l'Azienda Italia ad una qualsiasi Azienda) opera tagli e aggiustamenti senza guardare, dal punto di vista politico, in faccia nessuno, ma operando su quelle leve che operano tagli agli sprechi, e cambiamenti strutturali che intervengano positivamente sulle entrate della Azienda stessa. Questo non è avvenuto perché la manovra economica , invece di intervenire sui grandi patrimoni, sulle rendite finanziarie, sui capitali immobilizzati dei ricchi insomma, è andata a colpire i consumi ed il mercato interno, aumentando l'IVA e quindi il costo della vita, le accise sulle benzine, ( e quindi a cascata le bollette, la autostrade eccetera) tagliando le pensioni e reintroducendo l'ICI assieme alla rivalutazione delle rendite catastali ha diminuito la capacità di acquisto delle Famiglie e quindi ha colpito duramente la domanda interna. Cosa suscettibile di una ulteriore contrazione, ulteriore disoccupazione ed in ultima analisi interverrà negativamente sulla crescita.
Il motivo di questo è semplice da capire: su molti fronti il capitano Monti non ha potuto intervenire Questo rende evidente che il governo Monti non è potuto essere un governo tecnico, ma che ha dovuto inventarsi Governo politico, mediando tra i poteri forti delle lobbies, di un Parlamento di maggioranza conservatrice, le pressioni dell'Europa e la debolezza del ceto medio. Le conseguenze le vediamo.
Il Governo Monti è perciò' un governo tecnico per modo di dire, Nel senso che, proponendosi come Governo tecnico , tenta di svincolarsi da responsabilità di tipo politico ed etico, glissando i motivi di opportunità politica che hanno sempre legato i movimenti dei Governi italiani, perennemente in campagna elettorale ( e quindi sempre restii a proporre vere riforme, molto scomode da gestire per il risentimento che provocano in questa o quella parte della Società italiana) Pero' opera scelte di tipo politico , che tra l'altro, tolgono le castagne dal fuoco dei politici di professione, perché opera tagli su pensioni, stipendi e tutele che nessun partito ne di destra ne di sinistra avrebbe osato fare.
Pero' i nodi stanno venendo al pettine, ed a mano a mano che passano i giorni , ci si rende conto che il modello di Italia che ci viene proposto da Monti, è ancora una volta il modello sbagliato, e di fatto, un modello vecchio malamente ritoccato per farlo sembrare nuovo.
Innanzitutto come detto, la manovra economica taglieggia i ceti medio bassi e lascia pressoché intatti i privilegi della Casta e e delle varie lobbies. L'aumento dell'IVA e della benzina , ed a cascata delle altre bollette, producono un impoverimento drastico delle Famiglie e questo l'abbiamo già detto. Ma anche,, e questo è ancora peggio , dirotta la ricchezza del Paese dentro all'apparato dello Stato , toglie risorse alla domanda interna per nutrire il mostro .e questo tocca negativamente l'economia.
Poi, tassando dismisura la casa, premia quella economia finanziaria che ha causato il disastro economico e penalizza l'economia di mercato. Infatti , tassando in misura così' consistente prime e seconde case, va a colpire coloro i quali hanno investito nel mattone, nella economia reale, coloro i quali hanno speso i propri soldi per costruire qualcosa di tangibile ed hanno creato lavoro, mentre coloro i quali hanno i loro soldi in qualche gestione patrimoniale, oppure li usano per fare trading possono stare tranquilli . Un esempio banale, la famiglia che ha investito i propri risparmi per comprare un appartamentino al mare o in montagna si troverà a pagare una sostanziosa IMU che , con la rendita catastale aumentata , potrebbe indurla a vendere il bene, mentre chi ha una somma equivalente investita in titoli se la riderà soddisfatto. Da notare che il mercato della casa, già stagnante, con questa mazzata avrà probabilmente un crollo verticale, contribuendo alla stagnazione.
Ma l'azione politica di un Governo non si limita alla economia. Parliamo di modelli , di credibilità. Questo Governo, oltre a riproporre il solito modello di tassare i poveri per dare ai ricchi, ripropone altri standard ai quali ci avevano abituato i Governi precedenti. Per esempio quello di cambiare le regole in corsa: a cominciare da quelle delle Pensioni, per le quali molte persone che in base alle vecchie regole avrebbero potuto andare in pensione quest'anno , si sono visti scippare il traguardo sotto il naso, rinviato a data da destinarsi. Non sono scherzi, qui si tratta di progetti di vita. Persino una apparente sciocchezza, come quella di imporre dall'oggi al domani una tassa del 6 % sulle vincite , pone il problema di uno Stato che impone una rigorosa aderenza alle regola ai suoi Cittadini, ma poi cambia in corsa quelle che gli pare. Dov'è qui l'etica?
Ultimo ma non ultimo degli esempi. E' stato detto che TUTTI debbono fare la propria parte, che i sacrifici saranno di tutti. Ma i politicanti, i parlamentari sino ad ora non ci hanno rimesso neanche un centesimo. Un governo tecnico serio, avrebbe dovuto porre la fiducia SUBITO su un decreto che istantaneamente dimezzava i compensi di tutti i politici, dall'assessore del Paese di cinquecento abitanti al Presidente della repubblica., ed in caso di mancanza di fiducia, dimissioni e elezioni anticipate. Invece i nostri politicanti continuano a percepire i compensi più' alti al mondo. Dov'è qui l'etica? Dov'è i il rigore?
Ci è stato detto che questo decreto salverà l'Italia. Bene io chiedo ancora, quale Italia? L'Italia dei ricchi che rimangono ricchi e ridono vedendo i poveracci pagare anche per loro? L'Italia delle lobbies che mantengono intatti i propri privilegi? E che anzi li aumentano? (se pensiamo alla liberalizzazione degli orari e dei giorni di apertura dei negozi-definitivo colpo di grazia al piccolo commercio a favore dei centri commerciali e quindi alla qualità della vita di centinaia di lavoratori) una Italia nella quale la Casta continua a fare i suoi porci comodi, ridacchiando dagli scranni del Parlamento in attesa di aumentare i propri privilegi?
Il modello di Italia che monti vuole salvare con i suoi decreti non è altro che UN PEZZO DI UN MECCANISMO, una delle componenti economiche dell'Europa, necessaria a sostenere l'Euro ed un certo apparato economico, a prescindere da quello che sarà l'effetto sulla vita delle persone.
Si parla tanto di sacrifici per lasciare un Paese miglio a i nostri figli: migliore in cosa? All'altare del mostro economico sacrifichiamo la Scuola, la Ricerca, la Sanità, il welfare in cambio di cosa? Di qualche poltrona dorata negli scranni del parlamento europeo?
Tra le altre cose, questo Governo vuole sacrificare il lavoro, intervenendo sull'articolo 18, e questo ci fa comprendere che in questo Paese l'unica cosa importante sembra sia togliere tutele ai Cittadini lavoratori.
Vorrei citare , a questo proposito innanzitutto, il bel pezzo di Curzio Maltese sul venerdi' di repubblica del 30 dicembre 2011 : NEL PAESE SUL LASTRICO A CHI INTERESSA CAMBIARE L'ART. 18 - omissis - " Negli ultimi due decenni, i salari sono crollati in quasi tutto l'Occidente e le condizioni di vita e di lavoro sono peggiorate ovunque, soprattutto per le giovani generazioni. Le nuove multinazionali, anche quelle che puntano molto su un'immagine moderna, civile e progressista, trattano i propri lavoratori peggio di quanto non facessero gli odiati padroni d'una volta." - omissis " Da vent'anni i super manager più celebrati e citati come modello di genio aziendale non sono più i creativi ma quelli bravi ad aumentare il proprio stipendio e a tagliare quelli dei lavoratori, insieme ai diritti acquisiti. Il caso più noto è Sergio Marchionne. Si capisce che tagliare la pausa mensa è più semplice che progettare un modello diverso dalla ventesima versione della Panda. Marchionne spiega che la produttività italiana è troppo bassa ed è vero. Ma sfugge, almeno ai non addetti, il meccanismo psicologico per il quale un lavoratore dovrebbe produrre di più in cambio di un salario sempre più misero. In Italia, lo stipendio medio netto è crollato negli ultimi dieci anni agli ultimi posti dell'Eurozona, sotto i ventimila euro all'anno. In termini di potere d'acquisto reale, i lavoratori italiani guadagnano cinquemila euro all'anno in meno rispetto al 2001. La ragione principale è che sono aumentate le tasse sul lavoro dipendente, fino a superare di gran lunga la media europea, quella dell'Ocse e perfino la leggendaria Scandinavia. L'aumento delle tasse sul lavoro dipendente, ricompensato con un netto peggioramento dei servizi sociali, è servito in buona sostanza a finanziare l'evasione fiscale, nel frattempo triplicata. Si sono insomma tartassati i poveri per arricchire i ricchi disonesti. L'effetto sull'economia è stato devastante. L'Italia è un Paese dove si vendono sempre più pellicce, champagne di marca, fuoribordo ed elicotteri, ma dove si spende sempre di meno al supermercato. Com'è noto, lo spreco dei super ricchi non compensa la mancata spesa dei poveri. E ora, vogliamo davvero credere che il problema sia l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori?
Se questo è il modello di Paese che ci propone il capitano Monti, credo non sarebbe da scartare l'idea di ripensare ad una Italia che non cerca a tutti i costi di restare in Europa come un equilibrista su uno skateboard impazzito, ma da una Italia che segua il suo destino quale che esso sia, anche fuori dall'Euro , anche di miseria (ma per TUTTI) in modo che emergano le sue migliori energie per ricostruire un proprio destino ed un proprio cammino, partendo non dalla economia finanziarie e dalle Caste ma dalla gente e dal lavoro.
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