domenica 17 luglio 2011

SEL, "compagni" o "amici"'? ...io penso che....

Non credo che nella costruzione del nuovo partito di Sinistra, Ecologia e Linertà la questione che si è venuta sollevando sull'uso della parola "compagni "in margine ad alcune dichiarazioni di Nichi Vendola, possa essere con leggerezza accantonata come una banale questione di lana caprina.


Nel nuovo soggetto politico che si sta formando, confluiscono persone che provengono dalle esperienze piu' diverse, politiche e non. Ci sono certamente molte persone che provengono da esperienze di partiti di sinistra, ma questo movimento sta aggregando anche persone , come me, alla prima esperienza politica , attratte dalla novità di questo partito , di questo soggetto politico aperto, nuovo, moderno e vitale, di ampio respiro , che si propone di accogliere il bisogno di sinistra che emerge nel Paese, una Sinistra , cito testualmente il manifesto del 1 Congresso SEL dell'ottobre 2010 http://www.sinistraecologialiberta.it/congresso2010/download/manifesto_sel.pdf
" ..... Non la sinistra delle nostre biografie intellettuali, di tutte le nostre scissioni, del cumulo di torti e di ragioni che ciascuno di noi si porta addosso. La sinistra che raccoglie e moltiplica domande di libertà e di eguaglianza oggi più che mai soffocate e manipolate. La sinistra che ha bisogno di un popolo, il popolo ha bisogno di una sinistra nuova, dell'eguaglianza, non dogmatica, libera, plurale e unitaria. Ecco: noi vogliamo aprire il cantiere, non vogliamo chiuderlo. Vogliamo riaprire la partita, prima ancora che aprire un partito. Vogliamo farlo in un percorso nuovo, in cui i luoghi che costruiremo non hanno la presunzione di essere autosufficienti e definitivi. Vogliamo un soggetto politico, ecologista e libertario, proprio per costruire un'alternativa al moderno capitalismo, che ci metta in cammino, che ci aiuti a incontrare tante e tanti che come noi, ma diversamente da noi, cercano il vocabolario della sinistra di un secolo nuovo.""

Questo ci porta a valutare con occhio diverso il concetto espresso da Nichi Vendola sull'uso della parola "Compagno"

Per una persona come me , che ha compiuto un lungo percorso per arrivare a SEL, a cinquant'anni, senza mai avere preso prima una tessera di Partito, l'uso del termine "Compagno" è una cosa inusuale , ma che risente di eco antiche, legate a modi di intendere le ideologie che appartengono alla storia. Chi ha militato in formazioni di sinistra , rivendica cono orgoglio l'uso di questo termine, che rimanda ad anni di lotte, ad una coesione di antico stampo, alla propria storia personale.

Ma vale la pena di soffermarsi sul fatto che la parola "compagno" porta in se troppa storia perchè non si debba tenerne conto. Compagni erano i partigiani, ma anche i titini, erano gli eroi della Resistenza ma anche i reponsabili delle stragi nelle foibe . La parola compagno è entrata in tutti i fatti eroici, ma anche in tutti gli errori che il comunismo ha incontrato nel suo tormentato percorso storico . Credo che a questo si riferisse Nichi Vendola quando parlava di crimini legati a questa parola

E credo che sia questo il motivo per il quale un soggetto politico che vuola reppresentare il vocabolario della sinistra di un secolo nuovo debba interrogarsi sull'uso dei termini.

E' necessario sopratutto che i vecchi compagni che provengono da esperienze di militanza di vecchia data sappiano perseguire la creazione di quella sinistra nuova, dell'eguaglianza, non dogmatica, libera, plurale e unitaria di cui parla IL Manifesto di cui sopra senza rinnegare il proprio passato ma comprendendo che questo è un soggetto nuovo , che vuole essere plurale e percio' deve essere in grado di accogliere idee, progetti, da parte di soggetti nuovi che non hanno la stessa esperienza di militanza e che proprio per questo possono desiderare di non essere vincolati a termini che nella storia personale i ognuno possono assumere significati diversi.

Mio padre, per esempio, era un esule istriano, imprigionato per sei anni dal regime di Tito, privato della propria terra e della propria storia. Sono cresciuto in una famiglia nella quale il termine comunismo evocava fantasmi orrendi. Eppure credo che una sinistra nuova e diversa possa e debba essere costruite. Una sinistra che sappia dare la giusta interpretazione alle ideologie del ventunesimo secolo, che non è vero che siano morte, ma che hanno assunto forme diverse, si sono trasformate e con esse hanno trasformato il modo di fare ed intendere la politica. Un modo nuovo che porta con se l'esigenza di evitare dogmi, posizioni pregiudiziali, radicalismii ideologici per inseguire un linguaggio universali dove tutti coloro i quali credono in questo progetto possano trovare il proprio spazio ed esprimersi, sentirsi liberi e protagonisti anche non avendo vissuto esperienze di militanza perchè stanno inseguendo un sogno, questo sogno.

Ecco, credo che nelle parole di Nichi Vendola bisogni cercare questo positivo modo di intendere l'unità , senza offesa per chi si sente compagno e desidera continuare ad usare questo termine , ma anche senza pregiudizi verso chi si sente parte di questo tutto ma non si riconosce in questo termine. Perchè tutti , tutti, si sentano accolti da SEL

Non si dolgano i compagni di vecchia data di questa riformulazione di termini. Anche in questa accettazione di termini nuovi sta la maturità politica, la crescita personale , la capacità di entrare in questa cosa nuova con entusiasmo giovanile , lasciando i retaggi del passato, senza cercare di riproporre vecchi schemi, vecchi modelli di ritrovare percorsi già noti ma con invece la voglia di crearne di nuovi , per un futuro che non è stato ancora scritto

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