venerdì 18 febbraio 2011

CHE COSA SIGNIFICA OGGI ESSERE DI SINISTRA?


Che cosa significa oggi essere di sinistra? È una domanda che oggi non ha una risposta scontata. Sino dal 1989, finita l'epoca del blocco sovietico contrapposto al blocco occidentale, si è parlato di tramonto delle ideologie, e questo concetto si è voluto  allargare ed estendere sino ad ipotizzare la cessazione della ragione di esistere di determinate contrapposizioni di pensiero, identificate in particolare in quella ormai classica tra capitalismo e comunismo . 

In estrema sintesi, si era voluto vedere nella caduta del regime comunista sovietico, una simbolica fine del comunismo tout court, quasi che il comunismo fosse stata una malattia,  , che si era voluto vedere confinata geograficamente in Paesi dominati  da determinate forme di governo (unione sovietica, Cuba, Cina) o confinata in determinati schemi o comportamenti, nella civiltà occidentale , e che il mondo ne fosse guarito.

Sicuramente la caduta di regimi, simbolismi e schemi di comportamento ha sconvolto tutti gli schemi che avevano evoluto dalla comparsa delle idee di Marx , e prima ancora da eventi rivoluzionari che avevano visto il popolo proletario ribellarsi alla oppressione di oligarchie e plutocrazie, se vogliamo già dalla rivoluzione francese  ed in generale tutti i movimenti che cercavano di perseguire un ideale di maggiore equità e giustizia sociale. Schemi che peraltro avevano dimostrato nella pratica tutti i limiti di un pensiero che faceva fatica ad evolvere e che quindi finiva per ricadere negli schemi oppressivi dei regimi che voleva abbattere, basti pensare al Terrore durante la rivoluzione francese, o alla drammatica evoluzione delle Rivoluzione di Ottobre in Russia nel 1917 che ha finito per degenerare nella dittatura di Stalin. Episodi storici che a mio avviso non debbono sdoganare l'idea che il pensiero di sinistra sia sbagliato, ma semplicemente che non abbia ancora trovato la via giusta di crescere.

Innanzitutto, quindi bisogna comprendere quale sia la essenza del pensiero di sinistra. Come già detto, le idee che noi definiamo di sinistra e che hanno determinato l'evoluzione storica del comunismo come noi lo conosciamo, sono nate dalla esigenza di contrapporsi a regimi oppressivi e di restituire dignità, prospettive e speranze alla area piu' vasta della popolazione, il popolo o proletariato .  

Lo hanno fatto in modo violento, perché non si conosceva altro modo, ma l'intento di partenza nasceva da una richiesta di giustizia sociale. Ecco quindi che l'idea del pensiero di base rimane, rimane una idea di giustizia sociale che si contrappone ad una idea di destra classista e padronale. 

Rimane una idea di eguaglianza , che si contrappone alla idea di destra di un paternalismo padronale che regola i rapporti sociali sulla base di concessioni e non di diritti. Ora, dopo la caduta dei simboli principali delle ideologie di sinistra hanno generato nella sinistra una crisi di identità. 

Questa crisi di identità del popolo della sinistra ha a sua volta creato un vuoto culturale e politico che ovviamente altri si sono preoccupati di riempire. 

Da noi in in Italia questo vuoto temporaneo ha molto probabilmente   favorito l'ascesa ed il grande successo del berlusconismo, fenomeno che  affonda certamente  le sue radici  la cultura e nella storia della destra ma che sarebbe sbagliato identificare con la destra italiana perchè di essa ha soltanto estrapolato ad arte alcuni concetti, utili a creare seguitp e consenso ma che non possono essere considerati valori  in senso assoluto, specie nel modo distrorto nel quale sono stati poi utilizzati. . 

Tuttavia, per quanto della destra debba essere considerato un  fenomeno parallelo, il berlusconismo ha avuto buon gioco nell'introdurre nel dibattito politico e culturale italiano una equazione assiomatica , che individua in  chi vi è contro un soggetto che è contro la destra, quindi di sinistra, quindi comunista, laddove il termine comunista viene inteso nel senso piu' becero, il comunista dipinto dalla propaganda clericale dell'immediato dopoguerra, il diavolo che mangia i bambini, il sodale di Stalin, il fanatico accecato dall'odio contro il capitalismo che predica l'esproprio proletario, la morte dei borghesi eccetera. Il cattivo, insomma. NOn a caso la propaganda berlusconiana ha prodotto storture aberranti e mistificazioni che sono arrivate sino alla definizione di "partito dell'amore" del PDL da contrapporre al "partito dell'odio" che genericamente include tutta la sinistra

Concetti forti , di grande impatto emotivo che, come tutto il messaggio mediatico del berlusconismo in realtà crea i presupposti  per una nuova ideologia, alternativa alle ideologie considerate defunte, e che in parte conta proprio sulla nostalgia di chi di queste ideologie si è sentito orfano. Una ideologia  incentrata su un culto quasi religioso della personalità del Capo (meno male che Sivlio c'è, Forza Italia, i Circoli della Libertà , il Polo della Libertà eccetera) su cerimoniali pagani quali il giuramento a Silvio dei nuovi eletti, su simbolismi che richiamano in maniera artefatta a principii  assoluti, quali la libertà, la Patria, il bene del paese, la volontà degli Italiani, concetto che è stato con una notevole forzatura esteso dal ristretto gruppo delle persone che hanno votato il partito risultato vincitore delle elezioni a tutti gli Italiani , estendendo in questo modo a tutti gli Italiani la paternità della elezione di Berlusconi

Questa ideologia alternativa da una parte,  e la  martellante ghettizzazione ideologica del concetto di "gente di sinistra" dall'altra hanno contribuito a produrre disorientamento e confusione tra coloro i quali sentivano dentro di se dei valori e desideravano trovare un luogo nel quale condividerli.

Luogo che non si è concretizzato , o si è concretizzato solo in parte nel PD , divenuto  un contenitore anonimo di idee molto diverse tra loro , creatura artificiale nata dalla esigenza di creare un soggetto unico che potesse essere protagonista del cosiddetto bipolarismo, ambito che pero' è divenuto territorio di dominio del  PdL.  

Fallito questo esperimento, della politica italiana restano i cocci,  i frammenti dai quali tentano di nascere formazioni nuove, i grillini, il popolo viola, i vari coordinamenti di donne. Anche nella destra i problemi non sono pochi , ed il suo disagio ha intanto partorito FLI , che ha cercato non si sa con quale effettiva determinazione di ricostruire un soggetto politico con dei prinicipi ed una identità istituzionale.

In questo panorama politico e culturale essere di sinistra non puo' percio' piu' significare  appartenenza ad un gruppo ben delineato , ad una sigla di partito, ad una forma di governo.
Essere di sinistra significa, semplicemente avere una serie di valori, nei quali credere e per i quali battersi. 

Il valore della giustizia sociale, di una Società che non imponga una uguaglianza artificiale  ma che dia a tutti eguali opportunità. Una Società che creda nella condivisione di questi valori e nel sostegno ai deboli e questa si chiama solidarietà. Solidarietà che non si esaurisce nelle idee e negli atteggiamenti ma che si concretizza nei fatti e questo significa welfar e stato sociale. Libertà, che deve dissociarsi dal significato distorto imposto oggi dalla globalizzazione , perché non significa liberismo anarcoide, ma mantiene il suo antico significato che prevede la liberta' propria sempre in relazione con la liberta' degli altri. Quella liberta' all'interno di precise regole che costituisce la base della democrazia. Democrazia che significa governo del popolo mediante le partecipazione ed il controllo e non solamente mediante la delega.

Credo che essere di sinistra significa credere che i diritti debbano essere quali  per tutti e che debbano essere stabiliti da Leggi e regole e non concessi dal paternalismo di oligarchie basate su una gestione distorta del potere. Credere che non vi possa essere sviluppo se esso non comporta un miglioramento della esistenza per l'intera Società, che non vi possa essere vero sviluppo senza giustizia sociale,. 

E che non vi possa essere liberta' in un Paese nel quale vi sono uomini e donne in vendita e chi ha il denaro per comperarli. 

E che non vi possa essere speranza di futuro in un Paese nel quale il dieci per cento dlele famiglie detiene l'ottanta per cento della ricchezza del paese, ed a pagare le tasse sono soltanto il restante novanta percento di  famiglie che tutte insieme si debbono accontentare  di dividersi il restante venti per cento. 

E che non si puo' pensare di cominciare a ricostruire un futuro per i  nostri figli  in un Paese nel quale la criminalità organizzata è talmente collusa con il suo Governo che alcuni suoi esponenti siedono negli scranni del Parlamento. Credo che essere di sinistra significhi credere che lo sviluppo di un Paese passi per l'istruzione e la formazione, la ricerca e la innovazione. 

Che il migliore investimento per il futuro sia di investire sui giovani, e che questo non possa avvenire se la Scuola non è pubblica ed alla portata di tutti, intimamente connessa al mondo del lavoro attraverso la ricerca. 

Credo che essere di sinistra significhi non giudicare tollerabile che i magistrati che combattono la criminalità vengano lasciati soli , che chi ha il coraggio di denunciare i mali del Paese sia costretto a  girare sotto scorta, che la libertà di stampa e di espressione siano continuamente sotto ricatto. 

Credo che essere di sinistra significhi credere nel valore della gente e nella condivisione di compiti e responsabilità . E che non si possa tollerare che i beni indispensabili per la vita della collettività, che siano le infrastrutture, il patrimonio naturale o l'acqua, divengano proprietà di pochi potenti. 

Credo che essere di sinistra significhi non giudicare tollerabile che ogni anno piu' di mille persone muoiano sul posto di lavoro perché la sicurezza costa troppo all'imprenditore che peraltro rischia poco o niente se un operaio muore,  e che i lavoratori vengano considerati merce da spostare , gestire come si vuole senza tenere conto della loro umanità. Perché il lavoro è alla base della società e non vi dovrebbe essere lavoro senza il rispetto della dignità del lavoratore .  E che la libertà venga considerata a senso unico, perché la libertà è tale solo se tra tutti i soggetti vi è pari dignità.

Credo che esser di sinistra significhi accoglienza verso gli immigrati, tolleranza verso il diverso perché un popolo che non sa ripettare la diversità perde la dignità di se stesso.
S potrebbe continuare a lungo. 

Voglio concludere soltanto con la riflessione che essere di sinistra i, secondo me,  MAI COME OGGI significa avere il coraggio dei propri pensieri e delle proprie azioni e rifuggere l'opportunismo politico per mettersi in gioco e tentare di cambiare il mondo senza cadere nel fango del compromesso

3 commenti:

  1. Il compromesso mica è sempre da demonizzare. Dipende dal contesto.

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  2. in pratica oggi essere di sinistra significa essere del movimento 5 stelle

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    1. Il M5S è entrato dentro la nostra crisi di identità ma ha accolto nel suo calderone anche persone di destra e prima o poi esploderà per questo motivo. Io penso che chi si sente di sinistra debba lavorare per costruire una nuova sinistra. Siamo tutti un po' sbandati, manca un'idea e un progetto da perseguire

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