sabato 29 ottobre 2016



ome previsto e prevedibile, la proposta di Legge del M5S per il dimezzamento degli stipendi dei Parlamentari è stata elegantemente cassata in Aula, con il rinvio in Commissione, un modo per non votare esponendosi  allo scandalo troppo evidente della dimostrazione palese che il PD in realtà non ha la minima intenzione di diminuire i costi della politica. La dimostrazione, se ce ne fosse stato bisogno, che le motivazioni addotte per indurre gli italiani a votare a favore nel referendum per cambiare le costituzione non sono altro che scuse e pretesti, e che i veri motivi sono altri, legati alla gestione del potere.
Il Presidente del Consiglio Renzi, con il suo consueto umorismo da oratorio ed un non meglio specificato accenno  su un film (boh?) ha rilanciato, puramente come provocazione  naturalmente-nessuna proposta concreta - di legare il compenso dei parlamentari alle effettive presenze in aula sostenendo in modo implicito che chi non è in aula e vota, non compie il suo lavoro di deputato e quindi non dovrebbe essere pagato. Ovviamente questa idea è nata dalla constatazione che il deputato M5S Di Maio ha solo il 37 % di presenze in Aula , e la proposta era stata appunto quella di dare allo stesso il compenso ridotto al 37% . A parte il fatto che questo indice di presenze è abbastanza comune e che quindi questa proposta, lungi dall'essere punitiva per il solo Di Maio potrebbe veramente contribuire a diminuire i costi della politica, e che ci sono deputati PD che hanno indici di presenza anche inferiori vedi  http://parlamento17.openpolis.it/lista-dei-parlamentari-in-carica/camera/assenze/desc, ed in generale deputati con indice di presenza anche molto inferiori, vale la pena di evidenziare come questa battuta rivel la concezione che il nostro Renzi ha dei Parlamentari. Una visione evidentemente molto utilitaristica, legata all'idea che il Deputato sia solo una macchina da voto, seduto al suo scranno a premere un bottone ogni volta che gli fa comodo. E' evidente che un Di Maio, sempre in giro per l'Italia a parlare con la gente puo non essere sempre presente a far numero in Aula anche quando ci sono votazioni di minore importanza secondo le priorità che egli si è dato e , vorrei dire, ce ne fossero di piu' di Deputati che non sono in Aula perchè sono in giro per il Paese a parlare con la gente e percepire la realtà del Paese stesso invece di vederla filtrata attraverso lo schermo del proprio, esagerato, benessere.Poi c'è da dire che esiste la gabola dei deputati in "missione" che sarebbero in pratica assenti giustificati pur essendo in realtà talvolta impegnati non in missioni prettamente istituzionali e qui sarebbe divertente capire la reale consistenza delle presenze di alcuni deputati e la reale motivazione delle assenze di altri . Al netto della presenza dei famosi "pianisti"  Propongo la lettura di http://notaintracamera.blogspot.it/2013/04/i-deputati-in-missione-sono.html, . Insomma, con questa lettura del presenzialismo in Aula Renzi non si comporta differentemente da quei datori di lavoro che misurano la propria considerazione verso un dipendente non dal lavoro che produce, ma solo dagli straordinari che fa.  A posto cosi'

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