Un principio familiare a chi fa propaganda è che le dottrine da instillare nel pubblico non dovrebbero essere enunciate perché questo le esporrebbe alla riflessione, all'indagine e, molto probabilmente , al ridicolo. La procedura corretta è valorizzarle dandole costantemente per scontate , in maniera tale che diventino vere e proprie condizioni del discorso" Noam Chomsky
L'esito del voto al referendum per la Fusione dei Comuni di Ronchi dei Legionari, Staranzano e Monfalcone ha ovviamente dato il via ad una ampia discussione, nella quale non sono mancati commenti anche caustici da parte dei sostenitori del SI alla fusione .
Al di la di personalismi ed esagerazioni causati da eccessiva emotività, il pensiero comunemente espresso dai sostenitori del SI si puo' riassumere in pochi temi dominanti: La maggior parte degli elettori ha votato no perchè
1) non ha capito le ragioni del SI, 2) è stata plagiata e manipolata da politicanti che volevano conservare la propria poltrona 3) pur comprendendo la validità delle ragioni del si ha avuto paura del cambiamento 4) ha votato contro i propri interessi pur di dare contro ai politici o alle politiche sino qui perseguite a Monfalcone vista come città che avrebbe assorbito le altre due..
Un giudizio non certo lusinghiero nei confronti degli elettori che, di fatto, vengono considerati ingenui, manipolabili, poco intelligenti, ed in ultima analisi non adatti a prendere decisioni di questa portata. Eppure, subito dopo il raggiungimento del numero di firme necessarie a richiedere il referendum, quando si era diffusa la notizia che per la validità del referendum non era necessario il quorum, e qualcuno tra i quali il sottoscritto aveva iniziato a diffonder la propria preoccupazione circa il fatto che la popolazione fosse sufficientemente informata su quello che stava succedendo e sulla importanza di andare a votare, (in particolare in un Paese nel quale ormai si vota pochissimo e nel quale un Capo del Governo a suo tempo aveva sdoganato la pratica di fare fallire i referendum andando al mare invece di andare a votare) quel qualcuno era stato dileggiato dai sostenitori del si ed anzi accusato di considerare gli elettori degli stupidi incapaci di informarsi e di prendere le proprie decisioni.
Evidentemente, per qualcuno gli elettori sono intelligenti se votano quello che predica il regime, se votano contro invece, se si ribellano alle decisioni dei politicanti , allora sono manipolati, sciocchi, incapaci. E' evidente che qui ci troviamo dinanzi ad un drammatico problema culturale , e di maturità politica e sociale, perchè la classe politica - che si trova completamente distaccata dalla Società che dovrebbe interpretare e rappresentare, - viene a delinearsi come un corpo estraneo, autoreferenziale , fine a se stesso ed al mantenimento di un potere avulso dalle necessità della popolazione e strumentale solo alle necessità di sopravvivenza di una casta sempre piu' isolata e schizofrenica.
Un problema che insiste a livello nazionale ma che trova i propri risvolti anche nelle questioni piu' periferiche e marginali, proprio perchè si tratta di un problema culturale. La classe politica, non appare in grado di capire ed interpretare i segnali che provengono dalla Società, anzi, non sembra in grado nemmeno di concepire l'idea che la popolazione vada ascoltata, e quindi la discussione che nasce non viene utilizzata per capire il punto di vista dell'altro, ma soltanto per cercare di imporre il proprio, spesso nemmeno con ragionamenti di una qualche complessità, ma frequentemente con slogan, sillogismi, giochi di parole e battute sferzanti o sarcastiche che suggeriscono un atteggiamento di presunta superiorità ingiustificata in chi dovrebbe essere al servizio del popolo. Un atteggiamento che trae le sue origini , e che sovente prelude ad un tipo di regime non certo democratico.
Senza voler esprimere giudizi sulla persona, che peraltro non conosco personalmente, vorrei citare un corsivo letto sul quotidiano Il Piccolo a firma di Luciano Rebulla, politico nostrano di lungo corso, già parlamentare della Democrazia Cristiana, e due volte sottosegretario del VI e VII governo Andreotti. Sulla questione del referendum per la fusione
" I personalismi hanno disorientato.Merita qualche riflessione il fatto che tutti e tre i referendum consultivi promossi in regione per avviare un processo di fusione abbiano avuto un risultato negativo. Infatti oltre quello che interessava Monfalcone Ronchi e Staranzano sono stati bocciati anche quelli relativi a Tramonti di Sotto (650 abitanti) e Tramonti di Sopra (600 abitanti) e Codroipo (16.000 abitanti) e Camino al Tagliamento (1700 abitanti). Come si vede non rileva il problema della dimensione come pure pare non conti la posizione dei consigli comunali o dei sindaci perché, ad esempio, per quanto riguarda Codroipo e Camino erano tutti d'accordo ma la gente ha votato contro. Credo che in generale all'origine di questo sostanziale rifiuto che unisce tutte e tre le esperienze referendarie vi sia il timore di un salto nel buio, di perdere il certo per l'incerto e la domanda che il cittadino si pone- e in maggioranza lo porta a votare no - è : "capisco unire i comuni significa risparmi, maggiori finanziamenti, più peso politico, ma chi mi garantisce che i servizi che oggi ho verranno mantenuti…ma poi dovrò rivolgermi al centro maggiore… il comune più forte la farà da padrone anche per le opere pubbliche…non avrò più i miei rappresentanti". Queste legittime preoccupazioni- a cui evidentemente i promotori non hanno saputo dare risposte convincenti- hanno pesato anche sul referendum più importante che avrebbe portato alla fusione forse più significativa fatta in Italia in questi ultimi anni, quello del Monfalconese. - omissis"
Come si vede non vi è il minimo dubbio che i Cittadini abbiano operato una scelta sulla base di consapevolezze maturate , di analisi approfondite , di valutazioni che vadano oltre gli aspetti piu' venali in tema di denaro e potere politico , la valutazione è semplicemente che i Cittadini hanno avuto paura . Non saggezza, coscienza , consapevolezza dei propri limiti e di quelli della classe politica attualmente dominante, amore per il proprio territorio, per le propri tradizioni ed identità . No. Solo paura.
Cito un altro passaggio " - omissis - Ma allora mettiamo una pietra sopra le fusioni…non se ne parla più? Non credo. Penso che per quanto riguarda i comuni minori la regione procederà d'autorità , considerato che si tratta pur sempre di referendum consultivi e che avere comuni di 600 abitanti è assurdo, per gli altri casi forse proprio partendo dall'esperienza monfalconese sarebbe opportuno procedere in modo diverso dando ai cittadini in anticipo quelle garanzie che nulla cambierà , ma anzi migliorerà, rispetto al livello di servizi di cui gode oggi. Si tratta in sostanza di procedere analogamente al modo con cui si procede alle fusioni tra aziende private. - omissis"
Come si vede, anche qui il giudizio dei Cittadini non sembra meritare alcuna considerazione . Ho citato questo articolo apparso su "il Piccolo" il 24 giugno 2016 perchè mi sembra riassuntivo ed emblematico del modo di pensare della classe politica italiana, direi a prescindere dal colore politico.
Aspettiamoci quindi dei colpi di coda, aspettiamoci che la fusione cacciata a forza dalla porta tenti di rientrare dalla finestra, non abbassiamo la guardia.
Perchè questo momento che ha visto i Cittadini respingere le prepotenze e le semplificazioni dei potenti di turno, che ha visto gli elettori per una volta non farsi ingannare dalla propaganda dei politicanti e prendere in mano il proprio destino , diventi l'inizio di una nuova era nella quale i Cittadini intendono agire e non subire, intendono riprendere il proprio ruolo di protagonisti della vita democratica , ridiventino soggetto e non oggetto passivo della vita politica del Paese.
Ed a questo proposito, la prossima sfida imminente è quella del Referendum per la modifica della Costituzione della Repubblica .
Dobbiamo esserci tutti .