Nel corso delle mie ultime vacanze, ho visitato il mercato dei fiori di Amsterdam . Si svolge lungo la sponda di uno dei canali che intersecano la Città, una fila ordinata di chioschi di identica profondità ma di diversa larghezza. alcuni molto grandi, l'uno di fianco all'altro, disposti con il retro verso l'acqua,. Chi visita il mercato percorre un pezzo di strada interdetta alle automobili ( ma non alle biciclette che sfrecciano impazienti come in tutte le strade di Amsterdam), stretta da una parte dal tripudio di fiori e dall'altro dalle facciate dei palazzi e degli hotel. .
I visitatori sono una mescolanza di turisti mossi da curiosità, appassionati , semplici acquirenti, un fiume continuo nel quale si mescolano sguardi attenti, annoiati, curiosi, indifferenti. Ci sono i turisti a caccia di sensazioni che fotografano gli espositori ove sono allineati i kit per la coltivazione casalinga della marijuana, persone incuriosite da attrezzi e piccoli oggetti di giardinaggio diversi da quelli che si trovano nei loro paesi di origine ... e poi naturalmente ci sono le donne che contemplano i fiori . In un posto come questo il rapporto che le donne hanno con i fiori si coglie negli sguardi e nei gesti nei momenti nei quali la loro attenzione è interamente rapita dalle forme e dai colori, e si distoglie da mariti compagni amici o figli. Non mi riferisco allo stereotipo del mazzo di fiori recisi accostati ad una donna giovane ed attraente, in cui insiste una simbologia tesa a sovrapporre la freschezza del fiore a quella della figura femminile in modo fisico, così' da suggerire in senso piuttosto materiale che la donna sia essa stessa un fiore da cogliere
Ho colto invece un mondo intero nello sguardo di una anziana signora, i cui occhi azzurri esaminavano con una concentrazione che sembrava escludere tutto il mondo circostante la piantina in vaso che teneva in mano. La fronte corrugata, le dita nodose che scostavano e sembravano saggiarne le foglie, con un gesto ruvido denso di consumata esperienza , come se cercasse di capire l'essenza di quella piantina . Nella mia ignoranza un ciuffo di foglie che sembrava assolutamente comune, privo di interesse . Ma che evidentemente la signora sapeva che sarebbe diventato qualcosa di diverso, per lei importante .
Uno studio attento teso ad evitare non un cattivo investimento economico, costava di certo pochi euro, ma certamente ad evitare una delusione, per cosi' dire, quasi affettiva
Ed ho pensato alle donne di tutte le età che portano a casa piante e fiori, e le coltivano nei loro giardini, che qualche volta sono fazzoletti di terra ricavati in qualche modo a lato di un garage , talvolta sono solo vasi pieni di terra su balconi, o grossi barattoli di latta su un ballatoio di una casa di ringhiera, ma che sempre rappresentano il luogo dove avviene un piccolo miracolo segreto.
Anche incastonati in una cornice da poco, confinati in un angolo defilato, conservano la loro magia e sembrano rappresentare una finestra su un mondo . Ho in mente ricordi di nonne e zie anziane , che vivevano in case che sovente avrebbero avuto bisogno di una rimessa a nuovo, ma la cui preoccupazione principale riguardava i gerani, gli iris , le ortensie , o il ficus tenuto nella veranda.
Gli sguardi delle donne di tutte le età mentre parlano con in propri fiori, attenti, indecifrabili come lo sguardo in un gatto che guarda il fuoco del camino.. .e che non assomigliano a nient'altro.