sabato 8 novembre 2014

LA PRESUNTA "MORTE" DEL SINDACATO

Il dibattito sul cosiddetto Jobs Act di Renzi (che sarebbe più' corretto chiamare Job Attempt) ha riportato alla ribalta un tema che ritorna con sempre maggiore insistenza. IL Sindacato esiste ancora? E' morto? E' morente? Ha ancora ragione di esistere? E' al tramonto?

Questa riflessione in particolare nasce dalla lettura di un lungo servizio pubblicato sul Venerdi di Repubblica titolato : IL sindacato non c'è piu ? ....E' una domanda alla quale va data una risposta

 Credo sia corretto dire che il sindacato come era inteso negli anni 70, il Sindacato con la S maiuscola sia pure distribuito nella sua multiformità di nomi e di sigle che ha ottenuto la Legge 300/1970, altrimenti conosciuta come Statuto dei Lavoratori di cui il più' famoso è l'rt.18, il Sindacato che ha fatto la storia del lavoro, che ha regalato dignità a lavoratori che prima ( e stiamo parlando anche degli anni 50 del secolo scorso) venivano sfruttati come servi della gleba, che ha annoverato tra le sue file morti ammazzati in nome di una idea, che ha mobilitati masse enormi, che ha segnato un epoca sia effettivamente giunto al termine del suo cammino 

 Ed è giunto al termine del cammino sin qui compiuto in questa forma perchè sono cambiati i parametri che lo tenevano in vita, è cambiato il mondo, così' cambiato che siamo tornato indietro di secoli, in una specie di medioevo post moderno nel quale si stanno azzerando tutti i valori sino ad ora noti.

Nei vari articoli che si leggono a questo proposito, per esempio, uno dei dati che viene riproposto con insistenza è che elevati percentuali degli iscritti ai vari Sindacati sono pensionati. E questo è vero: in parte è dovuto al fatto che in questo Paese i Pensionati sono molti ma anche al fatto che prima le miopi politiche di liberalizzazione legate alla globalizzazione, e poi la crisi hanno prodotto le condizioni per le quali moltissimi di coloro i quali oggi in Italia sono occupati, lo siano in modo precario. E tutti i precari sanno quanto poco salutare, ai fini della conferma del posto di lavoro o di una eventuale riassunzione, essere iscritti ad un Sindacato, Poi ci sono quelli che per poter lavorare sono divenuti delle (false) partite IVA . In definitiva, gli iscritti sono di molto diminuiti nella parte dei lavoratori attivi, in parte perché si sono create le condizioni per le quali sempre meno persone hanno la possibilità, prima ancora che la voglia , di iscriversi ad un Sindacato.

Poi, certo, ci sono anche altre cause. La crisi di credibilità.   Alcune lotte, o fasi di lotta, alcune contrapposizioni perseguite dal Sindacato sono fallite, come la vertenza Fiat del 1980 terminata con la marcia dei 40.000 . IL Sindacato , in questo è evidentemente la parte più' debole perché un fallimento conta molto più' di tantissime vittorie. Non si possono intraprendere lotte senza scontentare qualcuno , ed il Sindacato in questo non ha fatto eccezione . 

 Successivamente, in particolare con l'avvento del Berlusconismo, è iniziata la fase acuta da parte della Politica e della imprenditoria del tentativo di fare scomparire il Sindacato, e non solo per motivi strettamente legati al mercato del lavoro o al costo del lavoro 

La sistematica delegitimazione del Sindacato, che procede da vent'anni, ha molto verosimilmente lo scopo di togliere di mezzo l'unico soggetto ancora portatore di democrazia in Italia. Infatti, in Politica già dal Porcellum è venuta a mancare una componente fondamentale della Democrazia che è il controllo. Il cittadino non può' più' punire il politico che non mantiene le promesse togliendoli il suo voto, ne decidere quale dei componenti della lista che vota siederà sugli scranni del Parlamento. Può' decidere allora di non votare la lista, ma il sistema elettorale ha creato una situazione per la quale le liste diventano due ed allora o vota per la lista che meno contrasta con le sue idee, magari turandosi il naso, oppure semplicemente non vota ma anche questo danneggia ben poco i politici perché minori sono i voti in gioco, minori sono le variabili possibili. 

 Questo sistema perverso ha raggiunto la sua apoteosi con gli ultimi Governi dei non-eletti, dei quali Renzi rappresenta la massima espressione: una banale scalata all'interno di un Partito al 25 % dei voti gli ha messo in mano il Paese. Certo, in questo ha avuto la complicità di una lista di colore opposto al suo, governata da Berlusconi e questo assume una duplice valenza: da un lato catalizza su di se il consenso di frange di entrambi gli elettorati, dall'altro fa passare il messaggio che votare contro di lui non serve praticamente a niente perché anche i suoi avversari si alleano con lui .

IL Sindacato , al di là di tutte le critiche, spesso gratuite che riceve, è democratico, anche se naturalmente molti non lo sanno. Sono infatti i lavoratori della base che votano i delegati che ricoprono le cariche minori i quali a loro volta eleggono i rappresentanti che votano i delegati alle cariche più' alte sino ai vertici del Sindacato. Molti non lo sanno perché semplicemente non si interessano di questo aspetto della loro vita di iscritti, che spesso disertano perché non ne comprendono la importanza, o perché molto italianamente preferiscono delegare piuttosto che decidere. Succede così' che assemblee nelle quali vengono votati i delegati di realtà lavorative che occupano centinaia di persone, vedono la presenza di poche decine di lavoratori.

Eppure il Sindacato può' rivelarsi , e probabilmente oggi si sta rivelando l'unico soggetto capace di coagulare attorno a se forze politiche e sociali motivate a fare sopravvivere un ruolo sociale del Lavoro, la dignità dei lavoratori , ma anche un minimo di giustizia sociale , un welfare degno di questo nome ed in senso più' ampio, una Società al servizio dell'uomo, del Cittadino, della Famiglia e non della finanza . L'Uomo al centro, come soggetto e non come componente di valore trascurabile. 

La Politica che alimenta se stessa, la Casta se vogliamo, il nucleo dei poteri forti questo lo sa molto bene e da almeno vent'anni, con l'avvento dei Berlusconi e del cosiddetto Berlusconismo, perpetuato anche dai Governi successivi, Monti, Letta e Renzi ha condotto un lavoro costante e logorante per annullarne l'influenza sulla popolazione dei Lavoratori.

Il sistema che è stato usato è stato quello di proporre l'idea che il Sindacato fosse un soggetto autonomo , distaccato ed estraneo dalla massa dei Lavoratori , simile ad un Partito Politico.

Paradossalmente, per smantellare il Sindacato la Politica ha attinto allo stessa avversione che i Cittadini hanno verso la politica stessa ed i Partiti, utilizzando diversi strumenti. 

Uno ovviamente è il potere mediatico, che per esempio con Berlusconi è arrivato al controllo pressoché totale delle televisioni del Paese. Il Secondo è stato quello di approfittare della debolezza del Sindacato dovuta alle prime crisi occupazionali per imporre una serie di Leggi che, con la pretesa di introdurre forme di flessibilità che aiutassero la ripresa delle assunzioni, hanno di fatto gettato le basi per un indebolimento ulteriore ed in progressione geometrica del potere di pressione del Sindacato stesso , nel momento in cui la veloce precarizzazione dei posti di lavoro ha avuto l'effetto di diminuire sia gli iscritti (i precari difficilmente si iscrivono ad un Sindacato) sia le possibilità di azioni di lotta perché la presenza di precari, che ovviamente non scioperano, nei posti di lavoro limitava di molto l'efficacia di eventuali azioni di protesta 

 Un ulteriore passo, conseguente all'indebolimento del Sindacato, è stato quello di iniziare a parlare di Leggi del lavoro escludendo di fatto i Sindacati , che si sono trovati messi alla porta in diverse situazioni, alimentando l'idea che i Sindacati fossero ormai qualcosa di isolato ed obsoleto. 

In alcuni casi , eclatante il caso di Marchionne alla Mirafiori, le parti datoriali si sono rivolte direttamente ai lavoratori con referendum o consultazioni dirette , ignorando il sindacato anche in aperta violazione all'art.28 della Legge 300 1970 (condotta antisindacale) cosa che solo marginalmente ha potuto essere arginata per le vie giudiziarie

 Il passo successivo (ed estremamente attuale) è stato quello di cercare di mettere pubblicamente alla berlina il Sindacato da parte del Governo o comunque della classe Politica accusandolo proprio delle cose che non ha avuto la possibilità di fare: accusandolo di avere voluto la precarizzazione, di non avere partecipato alla costruzione delle Leggi sul lavoro, ed in senso ampiamente generalizzato di avere "provocato la crisi" di avere "massacrato i lavoratori" e tutta una serie di accuse non definite , non articolate, lasciate alla immaginazione di una opinione pubblica decisamente ostile a tutto ciò che appare in qualche modo istituzionale  - E TUTTO QUESTO, in un ottica di contrapposizione totale, nella idea - questa si tutta italiana - che i lavoratori, Sindacati in testa, non siano una parte integrante del Lavoro, della Produzione, del Progresso, non siano una parte con cui trovare una collaborazione per il bene comune ma che siano un avversario da sconfiggere e soggiogare, con un cavallo da domare e poi mettere a tirare un aratro  senza capacita critica senza contributo intellettuale e creativo 

 A questo si somma l'ansia di molti Dirigenti Sindacali di fare autocritica ed ammenda "ammettendo" che il Sindacato "ha fatto molti errori"

 Va detto che sicuramente il Sindacato ha fatto alcuni errori, ma questi andrebbero accuratamente analizzati per comprendere quali sono effettivamente le "colpe" 

 Una cosa che va detta è che il Sindacato è stato colpevole nel non informare con maggiore puntualità e chiarezza i Lavoratori in merito a tutto quello che faceva, perché il lavoro del Sindacalista è duro ed ingrato, i risultati che si raggiungono e che possono essere evidenti a tutti sono sempre scarsi, e questo alimenta la diceria che "I sindacalisti non fanno mai niente" Il Sindacato ha probabilmente la colpa di avere cercato in maniera eccessiva di accontentare le esigenze del momento dei Lavoratori, e di avere invece fatto meno per produrre progetti lungimiranti. 

In questo pero' sarebbe bello poter fare comprendere a tutti quanto sia facile per una sigla sindacale perdere iscritti , e quindi peso nella discussione, ad ogni banale richiesta di questi ultimi non soddisfatta puntualmente.

 I Lavoratori che criticano il Sindacato dimenticano facilmente le assemblee alle quali non hanno partecipato, gli scioperi ai quali non hanno aderito, il sostegno ai propri rappresentanti che non hanno avuto il tempo o la voglia di dare. I volantini che non hanno avuto il tempo di leggere., dimenticando che il Sindacato è tale solo con la partecipazione di tutti i Lavoratori, e che non basta pagare una tessera: come in tutte le cose democratiche , risulta fondamentale l'esercizio del potere di CONTROLLO sui propri rappresentanti

 E d'altra parte , non si analizza a sufficienza il fatto che le accuse di scarsa attività, di scarsa lungimiranza , di insufficiente senso di Responsabilità ( che chissà perché devono avere solo i Lavoratori e mai Imprenditori e Politici) di mancanza di correttezza, per arrivare alle accuse di corruzione di alcuni esponenti sindacali o di utilizzo improprio di fondi , di contributi pubblici eccetera PROVENGONO DA UNA DELLE CLASSI POLITICHE MAGGIORMENTE CORROTTE DEL MONDO, CON UN PARLAMENTO AMPIAMENTE COMPOSTO DA PREGIUDICATI , indagati, collusi, in un Paese dove l'evasione fiscale è tra le più' alte al mondo , protetta proprio dalla Politica , e che non brilla assolutamente per correttezza e rispetto delle Istituzioni

 IL Sindacato non è certamente morto, ed una Piazza San Giovanni in Roma con un milione di persone a protestare ne è la dimostrazione più' che evidente . Certamente il Sindacato si deve rinnovare , deve adattarsi ai tempi odierni, nei quali non può' più' confrontarsi con la Politica perché E' LA POLITICA A NON ESISTERE PIU', ostaggio di corporazioni, personalismi, Partiti privati di questo o quel esponente politico . Il Sindacato si troverà inevitabilmente a dover gestire il ruolo difficile e scomodo di soggetto politico di riferimento per quella parte dei Cittadini che non si riconosce nella Casta , che non ritiene sia possibile uscire dalla Crisi saltando su questo o quel carretto del vincitore ma che crede che per venirne fuori bisogna rimboccarsi le maniche e lavorare, ricostruire le Istituzioni prima ancora di riformarle , che bisogna ritrovare la dignità del Lavoro e dei Lavoratori, specie in questo mondo i precari, che bisogna ritrovare un equilibrio nel quale LE PERSONE VENGANO CONSIDERATE in quanto esseri umani e componenti della Comunità e non soltanto sulla base del potere economico e finanziario che sono e non sono in grado di muovere

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