martedì 11 marzo 2014

MILLE LIRE AL MESE....

C'è un vecchio libro che rileggo volentieri di tanto in tanto, e che mi piace riprendere in mano per le atmosfere che riesce ad evocare , atmosfere che sanno del ricordi sui quali a volte si dilungavano i racconti dei nostri nonni . Narrazioni che sapevano di lampade a petrolio e vecchi merletti, di scolari che usavano la penna ed il calamaio, reminiscenze da libro Cuore e riflessi di un mondo antico che sembra impossibile appartenga soltanto al ieri.

Questo libro, del 1988,. si intitola "Mille lire al Mese " ed è stato scritto da Gianfranco Venè , con l'eloquente sottotitolo "vita quotidiana della famiglia nella Italia fascista. " Bene, in questo libro nel primo capitolo l'Autore descrive a suo modo la famosa "marcia su Roma" ed offre una sua interpretazione del modo di essere dei fascisti, della cultura nella quale erano radicati. In particolare , egli si sofferma sulla infantile arroganza dimostrata dai militanti , dal senso di onnipotenza unito al pressapochismo a causa del quale essi ritenevano di poter dare risposta a qualsiasi tipo di problema. Nel testo , cita un testimonianza di Emilio Radius, scrittore che nel 1922 aveva 18 anni ed aveva assistito alla Marcia su Roma

"Durante gli scioperi sostituivano coloro che avevano incrociato le braccia: li sostituivano non soltanto per ragioni politiche ma anche per il vezzo di far l'altrui mestiere. Seguivano un loro istinto, che per me è rimasto e rimane in gran parte misterioso. I fascisti erano un pò come i capomastri che pretendono di saperla più lunga degli ingegneri, i farmacisti che, appena possono, rubano l'arte ai medici, i procacciatori di cause che si credono più pratici e soprattutto più furbi degli avvocati. La loro era l'insurrezione degli empirici, dei praticoni... Non c'era cerimonia, non c'era trattenimento, né pubblico né privato, in cui ad un certo punto non spuntassero i fascisti. Il guardaportone del palazzo patrizio o li lasciava passare sorridendo o veniva buttato da parte. Oggi sembra incredibile, ma i fascisti intervenivano ad una data ora, per lo più a mezzanotte come gli spettri, anche alle feste da ballo private; e non in abito da società, proprio con le loro mezze uniformi l'una diversa dalle altre. Perchè? Con quale motivo? O con quale pretesto? Affinchè la festa si svolgesse tranquillamente senza paura dei rossi? O per moderarne l'eccessivo fasto? O per far meditare gli invitati sul fatto che, mentre fuori si combatteva e si moriva per la patria, là dentro ci si divertiva senza ombra di pensiero? Per questi ed altri motivi, nessuno dei quali chiaro. I primi fascisti, ecco, erano una genìa che non sapeva assolutamente astenersi da qualche cosa, rimanere estranea a qualche cosa" [...] 

A me è sempre sembrata straordinaria questa testimonianza, perchè riesca a cogliere esattamente lo stile empirico , superficiale e pressapochista che ha sempre affascinato gli Italiani. Lo stile di chi riesce ad arrangiarsi, a supplire con la furbizia alla propria incompetenza per arrivare piu' in alto di quanto meriterebbe e comunque, piu' in alto di chi per quel posto ha seriamente studiato o lavorato. Lo stile che ha riempito l'Italia di furbi e praticoni , inducendo troppo spesso i veramente bravi ad espatriare.

Questo stile, secondo me ha trovato in politica la sua apoteosi con il Berlusconismo, che non è una causa ma un effetto, un risultato , la geniale capacità di divenire collettore di tutte le miserie intellettuali e culturali italiche , esaltate trasformate e riciclate in virtu'. La cultura vissuta con insofferenza, la reale capacità derisa perchè identificata con un non meglio specificato snobismo, la esaltazione dell'ignoranza grossolanamente elevata a celebrazione della spontaneità, la presunzione che la capacità di imitare un pensiero sia garanzia di comprenderne la profonditàe , o piu' in generale , la convinzione che la forma sia sostanza.

La televisione spazzatura introdotta e/o indotta principalmente dalle reti Mediaset è estremamente esplicativa del fenomeno, quando negli spettacoli televisivi non vengono piu' celebrati personaggi famosi, ma invece illustri sconosciuti divengono famosi per il solo fatto di avere partecipato ad uno spettacolo televisivo, famosi perchè famosi a celebrare l'illusione che chiunque possa emergere senza possedere alcuan qualità, la esaltazione suprema della mediocrità, l'inconsistenza come valore. Eccetera

In poche parole , l'appiattimento verso il basso, per non dire verso il baratro, della capacità critica e l'esaltazione del populismo , degli appetiti piu' immediati, la legittimazione e lo sdoganamento della liceità di comunicare alla pancia e non alla testa della gente Ora, proprio perchè effetto e non causa, il cosiddetto Berlusconismo non ha ragione di scomparire se non ne vengon rimosse le cause che lo hanno generato, o meglio, se non vengono modificate le condizioni sociali e culturali che continuano ad alimentarlo .E la cosa peggiore che il persistere di questo stato di caso genera assuefazione, e quindi diviene funzionale a se stesso perchè con la sua esistenza allontana ipresupposti perchè vengano gereate situazioni che possano rimuoverlo.
Un po come succede per i virus dei computer che si blindano nel sistema e bloccano sul nascere procedure e programmi che potrebbero rimuoverli Anche perchè questo trascinamento verso il basso è stato in modo perverso assecondato anche dalle altre formazioni politiche, non è stato sufficientemente combattuto e si è insinuato in vari modi nella Società civile

Il risultato che possiamo osservare ad oggi è che le formazioni che si propongono in qualche modo di contendere il potere a Berlusconi, la cui influenza mediatica è cosi' potente che nemmeno una condanna penale e la interdizione dai pubblici uffici con conseguente espulsione dal Senato della Repubblica sono riusciti ad appannarla , utilizzano gli stessi format, e di conseguenza, paradossalmente lo rafforzano.

Lo rafforzano perchè imitandolo, ne legittimano i comportamenti e quindi indirettamente ne esaltano l'immagine Attualmente , gli "avversari" per cosi' dire di Berlusconi sono Beppe Grillo ed il suo movimento 5 stelle e Matteo Renzi, PD, momentaneamente capo del Governo Entrambi arrivati nelle posizioni attuali non a seguito di una carriera politica costruita negli anni con metodo, ma sull'onda di un entusiasmo populista. Grillo sull'onda dell'entusiasmo dell'antipolitica ed una sapiente costruzione mediatica, Renzi con una serie di acrobazie e di artifici all'interno del proprio partito entrambi sull'onda di un consenso, interno ed esterno, basato su sapienti chiacchiere e arditi progetti non dimostrabili .

 Entrambi in qualche modo "rottamatori" del vecchio , che sia la politica in toto oppure una serie definita di personaggi politici , ma portatori di un "nuovo" dai contorni decisamente sfumati Entrambi in qualche modo dilettanti allo sbaraglio, Grillo proviene dal mondo dello spettacolo , Renzi era un semplice sindaco, entrambi hanno fatto leva anche se con sfumature diverse sul voto "contro" , ovvero sul voto di protesta , su un bisogno di rinnovamento che non guarda tanto per il sottile e preferisce affrontare l'incognita del nuovo, qualunque esso sia, pur di fuggire dal vecchio Entrambi arrivati in qualche modo giunti al loro limite.

Grillo ha ampiamente dimostrato di non sapere gestire il consenso che è in grado di generare, di non sapere gestire in modo intelligente e costruttivo il potere che è riuscito ad ottenere con relativa facilità . Renzi sta costruendo un colossale bluff con promesse che non ha le risorse economiche per mantenere, sta tentando di distrarre l'attenzione creando un Presidente del Consiglio da operetta , con tanto di visita alle Scuole nel piu' puro stile "maestrina della penna rossa" del libro Cuore. e bambini plaudenti e inneggianti , perchè anch'egli ha effettuato un arrembaggio al potere con grande irruenza, ma a quanto sembra senza sufficiente cognizione di causa Entrambi quindi alfieri di quell'arte di arrangiarsi , di quello stile guascone ed imparaticcio che contraddistingue gli italiani nel mondo, che ci ha portato a bleffare per molti anni in Italia, in Europa , nel mondo, che ci ha portato dove siamo ora, saliti piu' su piu su verso la cima ed ora....giunti sul'orlo del baratro. E si, perchè alla fine, i conti tornano sempre, ed ora la festa è proprio finita.

Nessuno ha voluto imparare che non si puo' costruire un Paese sul bluff , che non so puo' continuare a giocare in Europa senza neanche una carta buona, che non si puo' costruire un Paese se non si ricostruisce in modo seria la Politica con la P maiuscola, se non si ricostruisce la serietà, il rispetto in tutte le sue forme, il rispetto per le persone, il rispetto per il lavoro, il rispetto per i ruoli e le funzioni di ciascuno, il rispetto per le istituzioni , il rispetto per le regole , il rispetto di se stessi, dell'onesta, il rispetto per il Popolo, il rispetto per le parti Sociali, il rispetto stesso inteso come concetto e come valore . Che con le scalate vertiginose non si costruisce uno statista. Che non si puo' fare l'interesse generale se non si accantonano i personalismi. Che riscostruire un Paese non è un mestiere urlato nelle strade ed in televisione , non è uno spettacolo da cabaret ma è un lavoro duro e difficile che richiede doti straordinarie ed una pazienza infinita.

Grillo continua ad urlare e defenestrare senatori cone una suocera isterica, senza uno straccio di proposta , Renzi si balocca con il governo con meno ministri della Storia ( ma poi si riaggiusta con i vice ministri e gli incaricati vari) e con piu' donne di sempre (altro record su cui sarebbe legittimo discutere) ma non riesce ad andare piu' in là dell'essere l'Avatar di Berlusconi, compreso il reiteramento della sciagurata abitudine di apportare modifiche nel mondo del lavoro senza consultare le parti sociali..(avremo i sindacati contro?...ce ne faremo una ragione...) Di tutta evidenza che , visto l'andamento dell'economia e della disoccupazione, con poche modifiche, presto potrà tornare di moda una vecchia canzone ...se potessi avere ...Mille lire al mese..... al cambio attuale circa 750 euro. Appunto.

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