Il quiz. Nato come banale indovinello, (la parola sembra abbia una origine abbastanza recente,) ha assunto una certa dignità ai tempi di Mike Bongiorno e del suo Rischiatutto. Certo, era un gioco ma le domande erano serie, difficili, e si rimaneva veramente con il fiato sospeso . Erano i tempi del Maestro Manzi e del suo "Non è mai troppo tardi" una trasmissione che si proponeva di combattere l'analfabetismo che ancora era molto diffuso . La televisione si era assunta un importante ruolo di diffusione della cultura, anche quella piu' elementare. Poi, adeguandosi ai tempi, il quiz televisivo ha iniziato a perdere consistenza, le domande hanno cessato di riguardare un certo tipo di cultura ( ma ve lo ricordate Massimo Inardi e le sua prodigiosa memoria ?) E lasciata la Storia, la Letteratura, la Musica hanno cominciato a riguardare sempre piu' il pettegolezzo, il gossip, la vita di personaggi che a loro volta dovevano la celebrità al solo fatto di essere apparsi in televisione, sino al paradosso dei personaggi resi celebri dal Grande Fratello, ovvero l'essenza del vuoto pneumatico, del nulla, della persona resa celebre dalla celebrazione, che appare in televisione perchè è apparsa in televisione, del personaggio costruito sul nulla. In questo modo , il quiz televisivo ha perduto la capacità di sucitare un interesse, seppure frammentario, per la Cultura ed ha iniziato a diventare strumento di celebrazione della mediocrità, dell'ignoranza, della furbizia popolana di chi poteva pensare di vincere soldi e celebrità con la conoscenza di notiziole sulla vita delle celebrità senza avere un briciolo di vera cultura, una preparazione fondata sulla lettura di Chi e Novella 2000 invece che su Pirandello, la furbizia e la cialtroneria che vincono sulla Cultura, a diffondere il messaggio che studiare non serve, basta essere furbi .
Ecco, il quiz come nemesi dalla Cultura, il quiz che diventa bandiera di chi è insofferente della conoscenza ma non vuole rinunciare a sbandierarne una.
L'arte italiana di arrangiarsi e di arruffare portata al rango di scienza, ma allo stesso tempo, la cultura e la conoscenza svilite perchè deprivate di un ruolo e di un punto di riferimento: la persona che esibisce vera cultura, troppo spesso è meno importante di chi diverte con una guascona esibizione di ignoranza.
In questo contesto, il quiz ha di colpo abbandonato il set televisivo ed è sbarcato di soppiatto nelle sale del Sapere. E divenuto il protagonista nella selezione di coloro i quali debbono accedere alla Università . I futuri medici possono trovarsi a dover rispondere sui campionati di calcio o sulla composizione della grattachecca , e chi non lo sa puo' trovarsi fuori dal cammino universitario, cedendo magairi il passo a chi invece di studiare, guardava i campionati di calcio o si mangiava i gelati. IL trionfo della cialtroneria, dello svilimento della cultura. Ma non basta. In questi giorni il quiz opererà la preselezione iin un concorso per la immissione in ruolo di isegnanti precari. Il Ministero della Istruzione (Pubblica?) Ha deciso di istituire un concorso per la assunzione di circa 12.000 insegnanti.Una bella cosa? Una mia amica, precaria da circa 15 anni, mi ha espresso le sue preoccupazioni: che ne sarà di tutto il lavoro che i precari hanno compiuto sino ad oggi per arrivare ad avere un posto di ruolo? Delle vecchie graduatorie, delle supplenze accettate a condizioni impossibili, magari molto distanti da casa, con piu' spese che guadagno pur di ottenere punteggio? Senza il posto di ruolo questa insegnate, laureata e con una notevole professionalità, corsi di aggiornamento, esperienza sul campo eccetera, madre di un bambino, deve chiedere agli anziani genitori una firma di garanzia per ogni piccolo prestito perchè non possiede un reddito certo sui cui la Banca possa fare affidamento. Ora tutte le sue prospettive ed i suoi progetti di vita vengono rimessi in discussione da questo nuovo concorso. Ma non basta, oltre il danno la beffa: la preselezione di questo concorso sarà basata sugli ormai famigerati quiz.
Oltre all'insulto che il Governo fa a tutti i precari d'Italia, che d'un colpo vengono giudicati spazzataura da rottamare, lo spregio di vedere il proprio sapere e la propria esperienza accumulata in anni di insegnamento precario spazzati via dai quiz alla grattachecca.
Un Governo che decide questo sembra essere veramente il trionfo della cialtroneria , del disprezzo per la fatica degli Insegnanti, ed il disprezzo per la Scuola nel suo senso piu' ampio e quindi per le Generazioni che verranno. Il trionfo del quiz, la morte della Cultura. Amen