Le recenti lezioni amministrative hanno riportato ancora una volta al centro dell’attenzione , per quanto polarizzata da ben altri e tragici avvenimenti, la questione del sempre maggior disinteresse dei cittadini italiani alla partecipazione alle competizioni elettorali .
Tale atteggiamento, che sfocia in un massiccio astensionismo oppure nella aderenza a formazioni politiche di tipo alternativo, come per esempio oggi il movimento cinque stelle (ma non solo, in passato possiamo considerare tale anche la Lega Nord) viene genericamente definito “antipolitica” e come tale è stato stigmatizzato anche dal Presidente Napolitano . Ma su questo termine vale la pena di soffermarsi per una attenta riflessione
Il termine antipolitica viene utilizzato in modo neanche tanto sottilmente psicologico per demonizzare un certo tipo di atteggiamento , e relegarlo ad un comportamento colpevole ed antisociale, perché affibbiare un certo tipo di “ etichetta” ad un determinato di comportamento è funzionale ai Partiti ed alle formazioni politiche tradizionali ad esorcizzarlo e collocarlo in una posizione defilata che si presta ad una generica ed acritica disapprovazione .
In modo analogo, tanto per capirsi, vengono definiti “NIMBY” (acronimo di Not In My Back yard ovvero non Nel Mio Giardino) gli oppositori alle cosiddette grandi opere , come la TAV , a suggerire che non vi sono motivazioni veramente valide alla loro protesta ma soltanto pruderie di campanile . L’idea è quella di svalorizzare la figura dell’’oppositore prima ancora che l’argomento del contendere perché questo evita di dovere mettere in discussione l’operato degli apparati del Potere. Del resto , questo tipo di atteggiamento è stato abbondantemente descritto da tutti gli intellettuali che se ne sono occupati da Schopenhauer a Noam Chomsky come essenziale al mantenimento del potere (evidentemente non in modo democratico) : se non puoi vincere una discussione, trova il modo di denigrare il tuo avversario. Il fine evidentemente non è solo quello di vincere la discussione, ma anche e soprattutto quella di mantenere sempre e comunque una posizione di predominio in quanto unici detentori della Verità. Pensiamo ad i partigiani e guerriglieri che contrastano un Regime e che vengono generalmente e sprezzantemente definiti “banditi”
Ma torniamo alla definizione di antipolitica. Innanzitutto, va evidenziata la contraddizione in termini che insiste in questo termine. E’ piu’ facile parlare di antimateria o di anti-energia che di anti.politica . La politica compare già nel momento in cui esiste un insieme di persone, perché la politica è l’azione di conciliare le esigenze di piu’ soggetti di fronte ad un problema comune . La politica cerca di conciliare le azioni e le decisioni di piu’ Paesi di fronte alla recessione, di fronte alla necessità di mantenere stabile l’Euro, ma appare anche quando nel piu’ piccolo Paesello si deve decidere come risistemare la Piazza conciliando le esigenze del traffico con quelle dei conservatori dell’ambiente e della architettura, compare nell’accordo tra due contadini che devono decidere dove fare passare una carrareccia a cavallo delle proprietà di entrambi. Se volessimo fare un paradosso, potremmo dire che già nel momento in cui ad Adamo si aggiunse Eva, comparve la politica, che condusse ad una trattative e successivamente alla scelta di contrapporsi al Potere costituito sulla base delle indicazioni di una opposizione infida, alla scelta della mela e quindi all’abbandono dell’Eden con quello che ne consegue .
Naturalmente la politica è piena di distorsioni, perché si cerca sempre di fare apparire l’interesse di ciascuna delle parti coinvolte come l’unica che riflette il bene collettivo (tanto per fare un esempio iperbolico, pensiamo ai dittatori che si facevano chiamare Condottieri come Mussolini-Duce o Hitler - Fhurer o addirittura Grande Padre come Stalin o definiziona analoghe per dittatori asiatici dalla Cina all Corea) Credo siamo tutti nauseati ogni volta che uno dei politicanti di turno da Bersani ad Alfano spiega che quello che hanno deciso è “per il bene degli Italiani” o addirittura “voluto dagli italiani” “per il bene del paese” eccetera ognuno arbitro infallibile della volontà popolare.
Tuttavia non si puo’ vivere senza politica, e di fatto NON si vive senza politica. Anche il voto di protesta dato alle formazioni politiche non convenzionali è pur sempre un voto, anche l’astensionismo è politica laddove è funzionale ad esprimere un disagio o una protesta , quando questa astensione arriva non da un popolo ignorante e bue, ma da un popolo consapevole del proprio disagio .
I politici di lungo corso lo sanno bene, e sanno che l’astensionismo in Italia è una bomba che potrebbe scoppiare loro in mano in qualsiasi momento, ove un nuovo soggetto politico divenisse capace di colpire in modo efficae l’attenzione degli astenuti. Anche perché, come è stato osservato in questa tornata elettorale, gli astenuti sono tanti ma non sono sempre gli stessi : è opinione espressa da fonti autorevoli che probabilmnte molti elettori delusi dal PDL si sono rifugiati nell’astensionismo, mentre piu’ di quale astensionista storico è confluito nel movimento 5 stelle, l’astensionimo non è un monolite ma un qualcosa di fluido, nel quale possono intervenire efficacemente pressioni osmotiche rinvenienti dal mutamento dei soggetti politici. Denominatore comune è certamente una diffusa delusione e diffidenza nel modo in cui viene ocondotta in Italia la politica
E qui arriviamo al cuore del problema: esiste davvero l’antipolitica in Italia in senso assoluto? O non è piuttosto vero che gli italiani sono stufi di QUESTA politica, di “questo” modo di fare politica, di questa classe dirigente insulsa ed inetta? Definire antipolitico chi rifiuta la classe politica attualmente esistente , incartapecorita e corrotta da destra a sinistra rientra in quella logica di denigrazione dell’oppositore al sistema con la quale si cerca di evitare di mettere in discussione l’Establishment e si tenta di affermare che chi è contro “questo” modo di fare politica deve essere considerato fuori dalla Società, fuori dal sistema. Mi ricorda molto quella definizione di “Antiitaliano” che venne coniata durante il periodo fascista per bollare gli oopositori del regime: chi è contro il regime è contro l’Italia (perché è sottinteso che il Regime rappresenta gli interessi della collettività e detiene la Verità assoluta ) e quindi chi è contro il Duce ( o contro Berlusconi, oggi contro Monti) è anti italiano, è antipolitico.
In un suo recente viaggio in Quatar , il Presidente del Consiglio Monti ha chiesto all’Emiro il motivo per il quale gli Arabi non investono in Italia e la risposta, diffusa in diretta dalla televisione è stata : “ la corruzione”. E noi lo sappiamo bene, sappiamo che Tangentopoli ha solamente spostato i centri di potere ma che il sistema non è cambiato, sappiamo che il piu’ grande debito pubblico del mondo è stato creato ed alimentato da un sistema diffuso ed organizzato di corruzione ed evasione fiscale, voluto gestito e mantenuto dalla cosiddetta Casta che continua iperterrito. E’ un sistema che è nato ed è stato alimentato da “Questi” politici e “questo” modo si fare politica, con il quale oggi ci troviamo a fare i conti . Se questa fose l’unica politica possibile , se questa è l’Italia, allora potremmo anche starci a farci chiamare antipolitici e antiitaliani. Ma le cosse possono anche andare diversamente
In questo modo possiamo interpretare il messaggio del Presidente Napolitano, politico di lungo corso che ha vissuto l'epoca del fascismo, della guerra con tutto quelli che ne segui' ; non si puo’ vivere senza la Politica, non si puo’ prescindere dalla Politica, ovvero non si puo’ pensare di disinteressari della Politica, con la Politica bisogna fare i conti , non si puo’ fuggirne. Rinunciare semplicemente a votare, non porta da nessuna parte. Ma attenzione, la politica deve ritrovare la sua P maiuscola, e la strada non è semplice.
Abbiamo stabilito che la politica è quell’insieme di atti che porta a gestire i rapporti tra le persone e i popoli. In Italia , per arrivare alla situazione attuale, con una classe politica stantia ed ingessata, insoddisfacente, corrotta , una popolazione schifata e decisamente arrabbiata la strada non è stata breve. E ben pochi possono dichiararsi estranei ai processi che hanno portato a questo. : disinteresse, pigrizia, opportunismo, individualismo , mancanza di senso dello Stato per quanto comprensibile dal punto di vista storico, i difetti storici del nostro popolo hanno prodotto una democrazia senza controllo, che ha progressivamente degenerato (a questo punto consiglio vivamente a tutti la lettura del ibro di Corrado Augias “il Disagio della Libertà) ed i politicanti sono riusciti a blindarsi all’interno del Potere, perdendo nel contempo ogni contatto con la realtà tanto da riufiutare di assumersi ogni responsabilità o a rinunciare a qualsiasi privilegio anche nel momento della bancarotta.
Il primo passo per capire il reale significato della parola “antipolitica” , a questo punto, passa per la consapevolezza che una eccessiva disattenzione dei Cittadini alla politica, cosi’ come è stata esercitata (verrebbe da dire Perpetrata) nel nostro Paese è alla base del disastro politico ed economico attuale. Gli italiani che dichiarano pertanto il loro schifo per la politica non vogliono rendersi conto che sono essi stessi o dovrebbero essere essi stessi i protagonisti della politica, e non sono in questo molto dissimili dagli obesi che non si piacciono allo specchio ma che cercano di trovare altri colpevoli per questo loro stato, il coniuge che cucina troppo condito, le troppe cene di lavoro, gli impegni che impediscono di fare movimento e sono troppo pigri per mettersi a dieta . Non appare semplice individuare il metodo ed il sistema per uscire da queste sabbie mobili.
Tuttavia, vale la pena di riflettere su quale potrebbe essere il sistema per dare al nostro Paese la possibilità di avere una classe politica e dirigente degna di questo nome, e sopratutto garantire ai Cittadini la possibiliyà di riappropriarsi della Politica
Evidentemente, per avere questo è indispensabile smontare e dismettere la blindatura che i politicanti hanno eretto a difesa della Casta. Innanzitutto cambiando legge elettorale, al fine di permettere il ricambio perché solo se ritornrenanno ad essere gli elettori a decidere chi va in Parlamento si potrà sperare in un cambiamento. Poi bisogna evitare che persone senza scrupoli cerchino di intraprendere la strada della politica per arricchirsi, e questo passa attraverso una drastica riduzione dei compensi e dei privilegi dei politici , che tenga conto soltanto del fatto che entrare in politica non comporti un disagio economico. Infine. Ultimo ma assolutamente non ultimo come importanza, fare in modo che i politici abbiano necessità del continuo consenso degli elettori attraverso la abrogazione di ogni e qualsisi tipo di finanziamento pubblico dei Partiti, sia esso sotto forma di rimborso, elargizione, contributo emolumento di ogni e qualsiasi forma o metodo. Non bisogna chiudere il rubinetto , bisogna proprio distruggere il rubinetto, estirparlo disintegrarlo. Neanche un centesimo al partito, siano i politici a trovare il finanziamento di iscritti e simpatizzando, andando nelle piazze, tornando sulle strade. Allora si che saranno attenti ad ogni gesto e ad ogni parola , non potranno piu’ essere corrotti ed impuniti , dovranno ascoltare la gente e poi fare quello che promettono. Il finanziamento pubblico dei partiti è uno dei pilastri della blindatura del potere che i politicanti corrotti hanno eretto a difesa della Casta
Se queste tre condizioni si verificheranno, si potrà avere un ricambio nella classe politica, che dovrà poi assumersi il gravoso compito di andare ad estirpare le metastasi della corruzione negli apparati dirigenti della Amministrazione dello Stato ed in tutte le sue emanazioni, andando a sondare sino ai vertici delle piu’ alte Istituzioni , nei servizi di intelligence, nella Magistratura, nelle Forze Armate, negli apparati burocratici e poi giu’ sino alle Amministrazioni locali.
Compito immane che puo’ partire solo da lui: l’elettore obeso che non si piace allo specchio.
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