mercoledì 18 aprile 2012

... LA FESTA E' FINITA !!

L’intervento del Presidente Giorgio Napolitano sui temi dell’antipolitica e della crescente avversione dei cittadini italiani nei confronti dei partiti in un marcato passaggio del suo discorso per la commemorazione di Zaccagnini ,. assieme ali disperati appelli dei triumviri Alfano, Bersani e Casini sul tema del finanziamento pubblico ai partiti, sono indicatori di quanto pressante sia divenuto il rapporto tra Cittadini e politica in questo crepuscolo della cosiddetta Seconda Repubblica.

E le ragioni di questo sono piu’ che evidenti . La crisi economica, che pure ha travolto il mondo intero, ha evidenziato in Italia in modo plateale la incompetenza e la incapacità di reazione della classe dirigente e politica italiana .

E’ caduto in questo modo l’impalcato che aveva puntellato in qualche modo la credibilità sia nazionale che internazionale del Governo Berlusconi , e solo l’intervento autorevole dell’ottuagenaio Presidente della Repubblica è stato in grado di impacchettare un nuovo Governo Tecnico che raccogliesse i pezzi della economia Paese e cercasse di ridare loro una qualche forma in modo da rendere praticabile la permanenza dell’Italia all’interno della Comunità economica europea, per evitarne guai peggiori dovuti all’isolamento.

Ho parlato di nuovo Governo tecnico perché a suo modo, in qualche modo già il Governo Berlusconi, o meglio, i Governi Berlusconi sono stati in qualche modo dei Governi tecnici.

La comparsa sulla scena politica di Berlusconi , all’indomani di Mani Pulite e dello scoperchiamento dei meccanismi di corruzione che regolavano la vita politica ed economica del Paese, infatti , è stata vissuta veramente come una “ discesa in campo” , ovvero la decisione di un grande imprenditore di prendere in mani le redini della Azienda Italia, e dare ad essa una regolata come se fosse stata una delle sue azienda. In altre parole, la discesa in campo di un Tecnico che veniva a prendere il posto di una massa di politicanti incompetenti e corrotti.

In questa concezione venivano ad incontrarsi molte dei luoghi comuni italiani , dalla necessità italica di avere un padrone, frutto di secoli di storia da dominati, alla sfiducia nella propria capacità di autogovernarsi, dall’individualistico bisogno di avere qualcuno che prenda le decisioni e quindi deresponsabilizzi l’individuo dalla necessità di una partcipazione attiva alla politica , alla intima convinzione che il “padrone” sa cosa è meglio per tutti, e che inoltre non perde tempo in chiacchiere e che non ha bisogno di rubare perché è già ricco e comunque non si perde in quisquiglie perché è dominato dal senso del dovere ed orientato in massima parta al lavoro

Già molti anni prima della comparsa di Berlusconi vi erano molti che avrebbero per esempio invocato l’ingresso in politica dell’Avvocato Gianni Agnelli, vincente capitano d’industria e modello di solidità, credibilità e correttezza.

Alla luce delle conoscenze che abbiamo oggi, non possiamo dire che l'entrata in scena di Berlusconi sia capitata a faiolo a fagiolo, perchè in realtà fu il frutto di una serie di necessità contingenti ed oculati calcoli opportunistici, ma da parte degli elettori fu appunto colto come il provvidenziale intervento di un Tecnico che determinato a spazzare via i politicanti corrotti.

Questo concetto fu poi alimentato ad arte, ed il linguaggio populista e diretto di questo personaggio convinse molti di trovarsi di fronte ad un vero, appunto , Governo Tecnico ante litteram.

Tralasciando quelli che ne sono stati gli eccessi pero’ , questo Governo, ha comunque insegnato, o almeno dovrebbe avere insegnato , che la via per un buon o governo, la via per il progresso economico ma sopratutto sociale non ha scorciatoie, che non esistono i deux ex machina , i salvatori del popolo, gli eroi che arrivano su un cavallo bianco e risolvono i problemi e che quindi la via faticosa da percorrere è quella della creazione di una classe dirigente capace e responsabile attraverso l'impegno di tutti gli elettori , ed attraverso l'esercizio del controllo senza il quale non c'è vera democrazia

A prescindere dunque dagli eccessi, che comunque non sono stati pochi, dalle devianze e dalle derive autoritarie questo governo ha inoltre insegnato che quando a governare è un soggetto che fa parte di un preciso settore della Società , in questo caso l'imprenditoria, il punto di vista di questo soggetto sarà parziale , ed il suo governo sarà improntato al perseguimento di obiettivi aderenti al suo specifico campo di interessi

In estrema sintesi quindi un imprenditore governerà un Paese come se gestisse la propria Azienda, perseguendo obiettivi prevalentemente economici e, a meno che non sia eccezionalmente illuminato, trascurando gli aspetti meramente sociali. Questo è accaduto con Berlusconi (con l'aggravante che ha gestito l'Azienda Italia come se fosse stata una propria Azienda, e dunque con una ampia partecipazione agli utili) accadrà Con eventuali futuri omologhi, come per esempio il prospettato Luca Cordero di Montezemolo

Il governo Monti, sul quale molti puntavano le proprie speranze, non ha cambiato questa prospettiva: insigni professori di economia hano dimostrato di sapere operare bene sui numeri, molto meno bene sulle persone. Tra l’altro subendo le pressioni di un apparato politico che stava si alla finestra, ma bene attento a proteggere le proprie categorie preferite , riparandosi dietro all’esecutivo tecnico per fare eseguire decisioni molto poco popolari e talvolta infami senza sporcarsi le mani , ma bene attento a proteggere i propri interessi.

Tutto evidenzia senza ombra di dubbio che un Governo tecnico non risolverà mai i problemi del Paese, e che vi sarebbe bisogno della Politica con la P maiuscola, laddove la politica è l'arte della mediazione e della conciliazione di tutti i bisogni in un obiettivo comune, la capacità di convogliare desideri e risorse in un cammino comune, la creazione di un senso di Nazione che unisca tutti nello sforzo, nel sacrificio ma anche nell'ottenimento di risultati positivi per tutti., ed anche  che purtroppo  in Italia  la sfiducia degli italiani nei confronti della politica è piu' che giustificata e non è certo cosa di oggi .Semmai si è accentuata la diffidenza nei confronti dei Partiti politici. 

In questi giorni si è assistito allo scoperchiamento del calderone della corruzione rurale e casareccia all’interno Lega Nord , che ha risvolti comici e patetici, con questi soggetti che si compravano lingotti d'oro e diamanti come gazze ladre che sono attratte da quello che luccica, ma che ha colpito anche l'ultima formazione che poteva conservare un minimo di rustica genuinità.

Del resto mani Pulite aveva già evidenziato che nella politica italiana il malaffare, lungi dall'essere episodico e sporadico, era invece una industria avviata e consolidata , alla quale partecipavano tutti, e oggi risulta piu' che evidente che da allora non è cambiato assolutamente nulla

Risulta dai veti multipartisan che emergono ogni volta che si vogliono toccare i privilegi della Casta, delle lobbies, dei vari interessi particolari.

Ma risulta anche dal modo multipartisan nel quale i politici di tutte le fazioni difendono il finanziamento pubblico dei partiti.

Il l finanziamento pubblico dei partiti era stato abolito con un referendum che aveva visto una alta partecipazione ed una percentuale schiacciante , ed era stato reintrodotto in maniera truffaldina con la connivenza di tutti i politici pochi mesi dopo

Una cosa disonesta ed antidemocratica alla quale avevano partecipato tutti, a dimostrazione del fatto che in politica si puo' discutere di tutto ma non di togliere ai politicanti la possibilità di mettere le mani nella cassa

Ora i triumviri a gran voce chiedono, implorano, minacciano per salvare il conto economico delle aziende politiche che stanno governando, facendo delle affermazioni che si contraddicono e dando quindi la impressione di un momento di panico monetario piu' che istituzionale.

Dicono infatti che , se verrà tolto il finanziamento pubbolico ai partiti, soltanto le lobbies economiche saranno in grado di fare politica. Questa affermazione merita una profonda riflessione: è vero questo? il governo Monti, sul quale vi sarebbe molto peraltro da discutere, ha avviato una serie di manovre economiche (anche qui, governo tecnico= decisioni tecniche che non tengono conto dei riflessi sociali) volte al reperimento di risorse per le varie fasi della ristrutturazione della economia nazionale, e lo ha fatto tassando i poveri , non i ricchi, sulla base del ragionamento , che non è affatto preregrino, che quando servono i soldi si vanno a prendere ai poveri, perchè ne hanno pochi ma sono in tanti. .

Sulla base dello stesso ragionamento, verrebbe da dire ai segretari dei Partiti che con la cessazione del finanziamento pubblico dei partiti avrebbero la possibilità di reperire i fondi chiedendo contributi ai propri iscritti e simpatizzanti. Per fare questo dovrebbero essere capaci di ridestare in essi fiducia e credibilità e questo è uno dei motivi per i quali la abolizione del finanziamento pubblico ai partiti potrebbe essere una fortissima spinta ad indurre i politici a ritornare a fare vera politica, a stare in mezzo alla gente , a spiegare bene quello che fanno a perchè lo fanno, a tenere un comportamento degno, a temere le ire degli elettori a cercarne il consenso in modo vero e non artefatto.. e magari imparare comportamenti maggiormente virtuosi e meno spendaccioni

Poi, vale la pena di osservare che anche i partiti conservatori, che tradizionalmente sono maggiormente vicini alle lobbies , ambiscono ai finanziamenti pubblici allo stesso modo dei partiti della sinistra, a significare che non è detto che le lobbies, pur avendo i soldi, siano disposti a sganciarli. Anche perchè la storia recente ci insegna che non è affatto scontato che in politica pagando si ottiene cio' che si chiede.

Quindi è molto probabile che quanto affermato dai politicanti impauriti siano solo pretesti per continuare a mantenere lo status quo, uffici prestigiosi , segretarie e d uffici compresi, ed anche e forse soprattutto per evitare di cimentarsi in un mestiere, quello del politico vero, che nessuno sembra sapere piu’ fare

Nel suo discorso, il Presidente Napolitano ha affermato “ Guai a fare di tutte le erbe un fascio, a demonizzare i partiti, a rifiutare la politica". Bene, quanto a fare di tutte le erbe un fascio, vale la pena di osservare che se è probabilmente vero che non tutti i politici sono corrotti, ovvero se è vero che esistono persone oneste e singoli casi di buona politica, è altrettanto vero che il sistema dei partiti in Italia nel suo complesso è malato, che i partiti soffrono mediamente tutti della medesima malattia e che per questo motivo i cittadini italiani, che con i partiti a torto o a ragione identificano la politica, aborrono e fuggono la politica.

Non bastano gli inviti del Presidente , ora non bastano piu’. Non si puo’ chiedere ai Cittadini di fidarsi, di chiudere gli occhi, di fingere di non sapere. Ora basta. Non si puo’ piu’ cercare di decontestualizzare il comportamento di alcuni soggetti, siano essi politici o partiti, per cercare di sostenere che il sistema continui ad essere valido

Il sistema deve essere purificato e riformato. Bene quindi l’immediata abolizione dei finanziamanti ai partiti, già con questa tornata elettorale, bene al dimezzamento dei compensi dei politici a tutti i livelli, alla abolizione dei privilegi per tutta la Casta e di tutto cio' che sarà necessario per fare capire ai politicanti che nessun cambiamento sarà possibile sino a che anche loro non saranno scesi dal carro e comincieranno a spingere

I Cittadini italiani hanno bisogno ora di quel segnale forte che il Governo Monti non ha saputo dare, e che faccia loro comprendere che anche i politicanti, i privilegiati, gli eletti hanno capito….che la festa è finita.


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