giovedì 2 settembre 2010

Corsi di lingua Bengalese per monfalconesi

L'inziativa voluta dal Comune di Monfalcone, volta ad istituire centri estivi per ragazzi entro i quali prevedere momenti di incontro linguistico e culturale con la Comunità bengalese di Monfalcone , non poteva certo passare inosservata.
In un paesotto come il nostro, ove la semplice messa a dimora di una pianta di olivo diventa motivo per una crociata razzista e xenofoba contro i musulmani, figuriamoci come altrimenti avrebbe potuto essere accolta una notizia del genere.
Dal canto mio, vorrei sottolineare che credo fermamente che, chi ha il privilegio di non essere vittima dei pregiudizi non puo' che accogliere favorevolmente una iniziativa che cerca di gettare un ponte di dialogo e comprensione tra i rappresentanti piu' giovani , e quindi maggiormente flessibili , di due comunità che, piaccia o no, stanno convivendo. Bisogna ricordare che facilmente si teme cio' che non si conosce, mentre per converso conoscere significa poter apprezzare. Quindi , ben vengano manifestazioni ed occasioni di incontro, che tra l'altro non sono affatto obbligatori, e quindi lasciano ampia discrezione sulla volontà di partecipare a prescindere dai pistolotti xenofobi e razzisti, peraltro privi di profondità, di alcuni politicanti . La presenza della diversità è sempre una ricchezza per la comunità che sa accoglierla Tuttavia una riflessione si impone su quello che è il grado di coerenza nei comportamenti della Amministrazione Comunale di Monfalcone . Innanzitutto, dal momento che il clima in Monfalcone intorno ai problemi di integrazione è ben noto, riesce difficile pensare che questa iniziativa sia scevra di un minimo di volontà provocatoria e per estensione è quindi difficile non pensare alle elezioni della primavera prossima. Sopratutto perchè questa iniziativa non sembra inserita in un progetto organico ed articolato di mediazione culturale tre le due comunità, ma ha l'aria di una sparata con effetti pubblicitari non secondari. In secondo luogo, viene da chiedersi perchè si è pensato di dare una priorità anche economica a questo tipo di iniziativa, se vogliamo, un pochino per cosi' dire artigianale , mentre si continuano a lesinare soldi alle scuole cittadine che di questa mediazione sopportano il carico maggiore. Se gli adulti bengalesi, per motivi diversi, fanno fatica ad imparare la nostra lingua e le nostre usanze, i loro bambini nelle scuole elementari invece imparano in fretta e trasmettono il loro sapere nelle famiglie, diventando fondamentale veicolo di integrazione. I loro figlioli piu' grandicelli cercano di vestire come i nostri, i loro adolescenti si mescolano ai nostri piu' facilmente . Un primo ragazzo bengalese si è diplomato MOnfalcone. Certo, dare soldi alle Scuole per la mediazione linguistica e culturale non finisce sui giornali. E' un progetto a lunga distanza, ed i politicanti non fanno progetti a lunga distanza .
Questa non è una critica alla iniziativa in se ma è una riflessione su come i nostri politicanti stabiliscono le proprie priorità. E anche le nostre, in definitiva.

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